Sandrino: Ciao Zio, la Prof. Burgini, l’insegnate di Italiano, ci ha portato in Biblio a vedere un film in bianco e nero dal titolo “La Dolce Vita”, parlandoci del regista, un certo Fellini di Rimini e dell’attore protagonista, Marcello Mastroianni che nel film si capiva provenire da Cesena. Mi potresti spiegare in poche parole, visto che dovrò scriverne una tesina, chi era questo Mastroianni e se era veramente bravo come dice la prof.
Zio: Caro Sandrino, siedi e ascolta attentamente perché poi, la tesina, la voglio leggere prima io.
Dunque, comincio subito con dirti che Marcello Mastroianni è uno dei più celebri attori del cinema italiano e internazionale, noto per la sua versatilità e il suo stile inconfondibile. Nato il 26 settembre 1924 a Fontana Liri, nel Lazio, Mastroianni ha avuto una carriera che si è estesa per oltre cinque decenni, durante i quali ha lavorato con alcuni dei più grandi registi della storia del cinema, tra cui Federico Fellini, Marco Ferreri, Michelangelo Antonioni, Luchino Visconti.
Dopo aver studiato recitazione presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, Mastroianni ha fatto il suo debutto nel cinema negli anni ’40. La sua carriera ha preso slancio grazie alla collaborazione con Federico Fellini, con il quale ha realizzato film memorabili come “La dolce vita” (1960), dove interpreta il giornalista di origini cesenati Marcello Rubini, e “8½” (1963), un ritratto surrealista e autobiografico della crisi creativa di un regista.
Mastroianni è anche ben conosciuto per la sua capacità di rappresentare l’italiano medio, l’uomo in crisi e la figura romantica e malinconica. La sua interpretazione nel film “Divorzio all’italiana” (1961), diretto da Pietro Germi, gli ha garantito un posto d’onore nella storia del cinema comico italiano. Grazie al suo charme e alla sua magnetica presenza scenica, è riuscito a conquistare il pubblico di tutto il mondo.
Negli anni ’70 e ’80, Mastroianni ha continuato a lavorare con registi rinomati e ha ottenuto riconoscimenti a livello internazionale. Ha vinto diversi premi, tra cui il David di Donatello e il Nastro d’Argento, e ha ricevuto nomination agli Oscar per i suoi ruoli in film come “Divorzio all’italiana” di Pietro Germi (1961), “Una giornata particolare” (1977) di Ettore Scola “Oci ciornie” (1987) di Nikita SergeevičMichalkov.
Viene spesso considerato uno dei simboli del cinema italiano del XX° secolo. La sua abilità nel mescolare dramma e commedia gli ha permesso di creare personaggi complessi e sfumati, che riflettevano le contraddizioni dell’umanità e della società del suo tempo. I suoi ruoli sono caratterizzati da una profondità emotiva e una facilità di espressione che lo rendono un attore universale.
Un aspetto distintivo della sua recitazione è la capacità di trasmettere vulnerabilità e introspezione, rendendolo particolarmente adatto a ruoli in cui i personaggi si interrogano sulla loro identità e sulla condizione umana. Il suo sguardo malinconico e il suo sorriso enigmatico sono diventati iconici, contribuendo a costruire una figura tragica, ma anche affascinante.
Mastroianni ha saputo interpretare il “male di vivere” e la ricerca di un significato in un mondo in costante cambiamento, rendendo visibile il disagio esistenziale del suo tempo. La sua eredità artistica è una testimonianza della capacità del cinema di esplorare le emozioni umane e di rappresentare le complessità della vita.
Marcello Mastroianni è morto il 19 dicembre 1996 a Parigi, lasciando un’eredità indelebile nel mondo del cinema. La sua filmografia è un vero e proprio tesoro che continua a essere apprezzato e studiato da critici e appassionati.
Concludo dicendo che, Marcello Mastroianni rimane un gigante della recitazione, la cui influenza e il cui fascino continuano a ispirare generazioni di attori e cineasti, confermandolo come una figura centrale nella storia del cinema mondiale.
Sandrino: quindi, in poche parole, era un bravo attore. Bene, ho preso appunti e domani tiro giù la tesina.
Zio: Ricordati quest’ultima frase: Marcello Mastroianni non vinse mai un Oscar, ma quando nel 1963, a Gregory Peck assegnarono l’Oscar come miglior attore protagonista per il film “Il buio oltre la siepe” (To Kill a Mockingbird) diretto da Robert Mulligan, tratto dal romanzo omonimo di Harper Lee, il fresco vincitore dichiarò pubblicamente: ““Sono contento, ma Mastroianni è più bravo di me”.
Sandrino: Chiiii?
A cura di Marco Benazzi editorialista – Foto ImagoEconomica