Jens Stoltenberg e Zelensky a Kiev
Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, indottrinato da anni dalla “triade” NATO-USA-ONU, dopo l’attentato subito all’ex Presidente Donald Trump, a Butler in Pennsylvania, si è premurato di informare il mondo che prossimamente organizzerà un nuovo “incontro” per la promozione della pace, sottolineando: “Credo che debbano esserci rappresentanti russi al secondo summit“, visto anche l’insuccesso totale del meeting tenuto in Svizzero.

Da capace stratega nel “chiedere” si è anche prodigato immediatamente di battere cassa e, con la sua arrogante insistenza, chiedere armi e non poche, parla di 25 sistemi di difesa aerea modello Patriot, per la copertura totale dello spazio aereo ucraino.
Le sue parole: “Dal punto di vista della nostra difesa aerea, per coprire completamente l’Ucraina abbiamo bisogno di 25 sistemi. In questo modo, il cielo dell’Ucraina sarà completamente chiuso“, e NOI, quali “servitori” della NATO, siamo chiamati a provvedere.
Intanto continua a far sorgere fabbriche di armi nel sottosuolo di Kiev, per garantirsi la continuità del conflitto in essere e naturalmente sempre ben protetto dai “giornalisti occidentalisti” che gli fanno da spalla anche in fatti cruenti e di sangue che addebita alla Federazione Russa senza il minimo riguardo e senza prove effettive, una vera “magia” della sinistra!
Inoltre, pur velatamente, non può certo scoprire il suo vero pensiero sull’eventuale cambiamento della “filosofia” americana nei confronti dell’Ucraina, afferma: “Penso che Trump non cambierà atteggiamento nei nostri confronti ma ci sono falchi i cui messaggi sono più di destra o più radicali, ma voglio dirvi che la maggioranza del Partito repubblicano sostiene l’Ucraina e il popolo ucraino”.
Non a caso anche nella nostra Italia stiamo vivendo un momento di tensione nel centro-destra tra i Leader Meloni, Salvini e Tajani, sempre più proteso, almeno dalla sua ultime posizioni, verso il centro-sinistra, nei confronti degli “aiuti” previsti all’Ucraina che hanno un peso non indifferente nell’economia del Paese.
A cura di Pier Luigi Cignoli editorialista – Foto ImagoEconomica 
Editorialista Pier Luigi Cignoli

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