Si chiama Shamsud-Din Jabbar l’attentatore di New Orleans che nelle prime ore della notte di Capodanno, a bordo di un pick up, ha aggirato le barriere di protezione gettandosi contro decine di persone nella centralissima Bourbon Street nel quartiere francese di New Orleans, in Louisiana.
L’uomo, prima della strage, aveva registrato alcuni video in cui affermava di voler uccidere la propria famiglia e di aver aderito allo Stato islamico (Isis). Lo hanno riferito alla Cnn diverse fonti al corrente delle indagini in corso sull’attacco costato la vita ad almeno 15 persone, secondo cui Jabbar avrebbe realizzato le registrazioni mentre dalla sua casa in Texas era alla guida alla volta della Louisiana.
Nei video parla del suo divorzio e di come inizialmente avesse pianificato di riunire la sua famiglia per una “festa” con l’intenzione di ucciderla. Stando al resoconto fatto da due funzionari, nei filmati l’uomo aggiunge quindi di aver cambiato i suoi piani e di essersi unito all’Isis, facendo riferimento ad alcuni sogni per spiegare i motivi della sua adesione al gruppo terroristico.
Le autorità americane hanno rinvenuto una bandiera del gruppo islamista nel retro del pickup che ha usato per lanciarsi contro la folla in festa a New Orleans la notte di Capodanno.
Chi è il killer
Cittadino statunitense e veterano dell’esercito 42 anni, Shamsud-Din Jabbar era residente a Bend County, a sud di Houston, nel Texas. Qui, a luglio, aveva preso a noleggio il pickup usato per la strage. Lo riporta The Advocate, che cita fonti di polizia. Mentre il proprietario del pick-up Ford-150 bianco dato a noleggio attraverso la app Turo si chiama Rodrigo Baldmero Diaz.
Il pickup sarebbe stato dato a noleggio il 30 luglio e il contratto sarebbe scaduto il 30 giugno del 2026. L’Fbi sta indagando per determinare se il proprietario del veicolo sia stato coinvolto nella strage.
Secondo quanto riferito all’emittente statunitense Cnn da due fonti delle forze dell’ordine, il sospetto killer di New Orleans indossava equipaggiamento militare e trasportava una bandiera dell’Isis nel pick-up con cui ha falciato la folla.
“Non crediamo che Shamsud-Din Bahar Jabbar sia il solo responsabile” della strage di New Orleans. Lo ha detto in conferenza stampa l’assistent special agent dell’Fbi Alethea Duncan.
Nel pick-up del killer sono stati trovati anche alcuni ordigni esplosivi rudimentali, descritti come ‘pipebomb’, erano nascosti all’interno di frigoriferi ed erano cablati per la detonazione a distanza. Lo riportano alcuni media Usa citando il bollettino di intelligence della polizia della Louisiana. Dentro il veicolo è stato rinvenuto anche un telecomando.
Secondo il New Orleans Metro News le forze dell’ordine stanno indagando sulla possibilità che l’attacco abbia coinvolto più persone. Le videocamere di sorveglianza hanno ripreso tre uomini e una donna mentre piazzavano uno dei vari ordigni esplosivi improvvisati scoperti nel quartiere francese di New Orleans, analoghi a quelli ritrovati nel pick-up dell’autore della strage. Lo riportano alcuni media Usa citando il bollettino di intelligence della polizia della Louisiana. Una circostanza che corrobora l’ipotesi di complici. Si verifica anche per determinare se il pick-up sia stato noleggiato da una persona diversa dal killer.
Dopo aver investito alcuni passanti, il killer è sceso dal veicolo e ha iniziato a sparare contro la folla. L’aggressore ”era intenzionato a provocare una carneficina”, ha detto il capo della polizia Anne Kirkpatrick in conferenza stampa.
Il fatto accaduto intorno alle 3:15 di notte (le 10:15 in Italia) in un’area affollata di persone che festeggiavano l’arrivo del nuovo anno e non solo: mancavano poche ore all’attesa sfida del campionato universitario di football americano per il Sugar Bowl, tra Georgia Bulldogs e Notre Dame Fighting Irish, che di solito attira migliaia di persone nella città madre del jazz.
Feriti dall’aggressore anche due agenti di polizia che hanno partecipato all’operazione, ricoverati e le loro condizioni sono giudicate stabili. La maggior parte dei feriti, ha aggiunto la polizia, sono abitanti locali e non turisti. Sui social diverse le immagini riprese dai testimoni che mostrano corpi stesi in posizione innaturale lungo la strada e persone in lacrime.
Un noto ex giocatore di football universitario americano, una giovane aspirante infermiera, la madre di un bambino di quattro anni, un tecnico audiovisivo 25enne e uno studente al suo primo anno di università sono tra le vittime dell’attacco di Capodanno a New Orleans costato la vita ad almeno 15 persone. Le loro identità sono state rese pubbliche dalle rispettive famiglie e dai loro parenti mentre sono ancora in corso gli esami post mortem da parte delle autorità, riportano oggi i media internazionali. L’ex giocatore di football universitario era il 28enne Martin ‘Tiger’ Bech, ex alunno della Princeton University, la prestigiosa università che ne ha confermato il decesso. “Non c’era soprannome più appropriato per un giocatore della Princeton che ho allenato”, ha detto in un comunicato l’allenatore Bob Surace. “Era una ‘Tigre’ in ogni senso: un feroce concorrente con un’energia infinita, un amato compagno di squadra e un amico premuroso”, ha aggiunto. Stroncata a New Orleans anche la vita di Nikyra Cheyenne Dedeaux, un’aspirante infermiera di 18 anni che avrebbe dovuto cominciare il tirocinio verso la fine del mese, ha raccontato la madre ai media locali. Tra le vittime anche il giovane Kareem Badawi, che frequentava il primo anno alla University of Alabama e il 25enne tecnico audiovisivo Matthew Tenedorio, la cui identità è stata resa nota della madre, Cathy Tenedorio. L’elenco delle vittime è ancora incompleto ma secondo i media statunitensi include anche la madre di un bambino di quattro anni, la 27enne Nicole Perez, e un padre di due figli, il 37enne Reggie Hunter, che pochi minuti dopo la mezzanotte aveva inviato alla sua famiglia un messaggio con gli auguri di Buon Anno.
L’Fbi sta trattando come “atto di terrorismo” la strage avvenuta nella notte di Capodanno a New Orleans. Un fatto ”intenzionale” e ”non un’azione dovuta a uno stato di ebrezza”, ha spiegato Kirkpatrick precisando che per l’attacco si è dovuto “chiamare tutti gli ufficiali in servizio, circa 300”.
“L’Fbi è l’agenzia investigativa principale e stiamo lavorando con i nostri partner per indagare su questo come atto di terrorismo”, si legge nella nota.
In precedenza, un agente dell’Fbi ha affermato che l’incidente “non era un evento terroristico”, mentre il sindaco LaToya Cantrell lo aveva definito subito come tale. L’Fbi in genere stabilisce precisi fattori per determinare se un incidente può essere trattato terrorismo, il che potrebbe spiegare la precedente discrepanza tra funzionari federali e locali. Intanto gli inquirenti hanno comunicato che il killer autore della strage è stato ucciso dalla polizia, portando così il bilancio a 11 morti e 35 feriti.
“Tutto quello che ho visto è stato un camion che si lanciava contro tutti sul lato sinistro del marciapiede di Bourbon”, ha detto Kevin Garcia, 22 anni, parlando alla Cnn poco dopo la strage. “Un corpo mi è volato addosso”, ha affermato, aggiungendo di aver anche sentito degli spari.
Un’altra testimone, Whit Davis, 22 anni, di Shreveport, Louisiana, ha raccontato alla Cnn che l’attacco è avvenuto mentre si trovava in una discoteca su Bourbon Street. “Tutti hanno iniziato a urlare e a correre verso il retro del locale. Siamo rimasti bloccati per un po’ e poi la situazione si è calmata, ma non ci hanno lasciato uscire”, ha detto Davis.
“Quando finalmente ci hanno fatto uscire dal club, la polizia ci ha fatto indicato dove camminare e ci ha detto di andarcene velocemente dalla zona. Ho visto alcuni cadaveri che non sono riusciti a coprire e molte persone che ricevevano il primo soccorso”, ha aggiunto. La polizia ha ordinato alle persone presenti sul posto di mettere via i cellulari e di andarsene il prima possibile, ha affermato Davis.
Governatore Louisiana: a New Orleans orribile atto di violenza
“Un orribile atto di violenza ha avuto luogo a Bourbon Street questa mattina. Vi prego di unirvia Sharon e a me nel pregare per tutte le vittime e per i primi soccorritori sul posto. Invito tutti coloro che si trovano nei pressi della scena ad evitare la zona”, su X il governatore della Louisiana, Jeff Landry.
Trump associa strage New Orleans a immigrazione illegale
Donald Trump associa l’attacco a New Orleans all’immigrazione illegale, anche se per ora non c’è alcun elemento investigativo che supporta tale ipotesi. “Quando ho detto che i criminali che arrivano sono molto peggiori di quelli che abbiamo nel nostro paese – ha scritto su Truth – questa affermazione è stata costantemente smentita dai democratici e dai fake news media, ma si è rivelata vera. Il tasso di criminalità nel nostro paese è a un livello che nessuno ha mai visto prima. I nostri cuori sono con tutte le vittime innocenti e i loro cari, compresi i coraggiosi dirigenti del dipartimento di polizia di New Orleans”.
A cura di Elisabetta Turci – Foto Imagoeconomica
Fonte Rai