La Unicredit Bank Russia, tramite il suo “dirigente” Andrea Orcel si è rivolta al Tribunale della UE, per chiedere “chiarimenti“, ovviamente a mezzo regolare istanza, in merito agli obblighi stabiliti dalla BCE per l’ulteriore riduzione dei rischi associati alle attività svolte da società controllate dalla stessa nella Federazione Russa.
A seguito dell’invasione dell’Ucraina, il 24 febbraio 2022, fu richiesto, se non intimato alle Banche e alle Società, attive nel territorio della Federazione Russa di lasciare il Paese. Nel corrente 2024 sembra che la “Eurotower” abbia rivolto una serie di pressioni affinché soprattutto le Banche non sviluppassero più alcuna attività con lo scopo, in tempi brevi, di rientrare nell’ambito della UE.
Oltre alla nostra Unicredit sembra che anche alla Raiffeisen Bank International, austriaca, lo scorso aprile, abbia chiesto di ridurre del 65% il portafoglio di prestiti in Russia, molto più di quanto era stato a suo tempo progettato.
Unicredit pur condividendo l’importanza di ridurre la propria presenza in Russia, manifesta apertamente le sue riserve su una proposta che va oltre l’attuale quadro normativo di riferimento, affermando in una nota: “Le circostanze senza precedenti e la complessità del contesto socioeconomico e geopolitico, la mancanza ad oggi di un quadro normativo univoco applicabile allo scenario attuale, e le possibili gravi conseguenze derivanti dall’attuazione della decisione che ha impatto non solo sulle attività in Russia ma anche su UniCredit, impongono che il CdA di Unicredit ottenga certezza e chiarezza sugli obblighi e sulle azioni da intraprendere. A questo scopo ha deciso di presentare ricorso al Tribunale dell’Unione Europea così da dirimere ogni dubbio circa gli obblighi a cui Unicredit dovrà adempiere. La Bce è stata informata di tale intenzione con totale trasparenza e largo anticipo. La conclusione del procedimento potrebbe richiedere diversi mesi, ma rappresenta una tappa obbligata per garantire la certezza del diritto sia per Unicredit sia per la Bce”.
Unicredit ha pertanto richiesto la sospensione provvisoria della decisione della Bce pur restando impegnata ad attuare il proprio piano per una riduzione della “sua” operatività e a mantenere un dialogo attivo e aperto al riguardo con Bce.
Con tali presupposti Unicredit tende a risolvere una volta per tutte il “dossier Russia” non trascurando le eventuali e possibili reazioni di Mosca.
Tale decisione è stata apprezzata dal Ministro deli Esteri Antonio Tajani che su X, ha scritto: “Condivido i contenuti del ricorso Unicredit alla giustizia Ue. La Bce deve tenere conto della situazione nella quale operano le aziende italiane in Russia nel rispetto delle sanzioni Ue. Decisioni affrettate rischiano solo di danneggiare imprese italiane e dell’Ue. È quindi bene avere un quadro normativo certo”.
A cura di Pier Luigi Cignoli editorialista – Foto Imagoeconomica
Editorialista Pier Luigi Cignoli

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