L’Eurodeputata ungherese di Fidesz (Ufficio del Parlamento Ungherese) Enyko Gyori, è intervenuta, parlando la nostra lingua, nella riunione tenutasi a Strasburgo in merito al “caso” Ilaria Salis, con specifico riferimento all’articolo 137.4 del regolamento che consente ad un Deputato di avere rispetto in un dibattito, sottolineando: “Il dibattito non è conforme al principio del giusto procedimento e va contro lo Stato di diritto. Il Parlamento Europeo sta assumendo il ruolo di un Tribunale e non concede la parola all’accusato.

Mi chiedo, presidente, che tipo di procedura è questa, mentre la situazione di base è che una cittadina italiana è stata arrestata a Budapest per aver brutalmente aggredito cittadini ungheresi, insieme ad altri, selezionando casualmente le loro vittime in base al loro abbigliamento. Tutto è stato registrato dalle telecamere di sorveglianza e questa è la persona che ci accusa di trovarsi in condizione non degne. Presidente, come mai non dare l’opportunità di un intervento ungherese? La verità è che un criminale, cioè una persona, una cittadina italiana, ha commesso dei crimini molto gravi in Ungheria. E’ in carcere e ci accusa di condizione non degne, mentre lei si è trovato chiaramente che ha mentito, durante la procedura legale.”

Roberta Tedesco Triccas, coniugata Métsola, politica maltese e Presidente del Parlamento europeo dal 18 gennaio 2022, ha dato ampie assicurazioni che quanto da Lei affermato verrà accuratamente verificato nel rispetto delle norme vigenti!

Ma, sempre deprecando il modo “disumano” con cui la nostra connazionale è stata accompagnata nell’aula del Tribunale di Budapest e l’ovvio scalpore che ha procurato, una riflessione o meglio una puntualizzazione necessita farla.

La Dott.ssa Ilaria Salis, di sinistra, che si dichiara pubblicamente “antifascista“, che ha fondato un “gruppo” per sostenere le sue ideologie, che nel nostro Paese ha avuto alcuni problemi giudiziari, non è andata in Ungheria per puro turismo ma per essere presente in quei giorni che per l’Ungheria hanno un senso politico ben diverso e lontano dal suo. Impossibile credere, che una persona del suo livello culturale non sappia che “manifestare” (se non infierire fisicamente contro i cittadini) in uno Stato Straniero, anche se nello specifico appartenente alle Unione Europea, se fermati, non comporti nessuna pena da parte della Magistratura locale, pene che potrebbero anche essere ben diverse e più pesanti rispetto a quelle del suo Paese di provenienza. Purtroppo per Lei è successo ed ecco che scatta la “molla” politica, che messa a conoscenza di tale “ambigua” situazione, pressata dall’evento e dai giochi di potere, deve trovare la strada per una soluzione “immediata” che comporti il suo rientro in patria, arresti domiciliari e quant’altro di cui possa beneficiare e, “naturalmente”, a spese del Popolo Italiano!

Non a caso sono già intervenuti la Premier Giorgia Meloni, il Ministro degli Affari Esteri Tajani, la Farnesina, tutti mobilitati per accelerare i tempi e l’eventuale suo rimpatrio a breve.

E’ bene non dimenticare due cose: che i detenuti Italiani all’estero sono circa 2.500 e che le nostre carceri non sono poi all’avanguardia europea!

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto Imagoeconomica

(da info raccolte sui social)

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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