La notizia è di eri sera e proposta dai Tg.
Due amici, due insospettabili dato il loro ruolo, un Primario Ospedaliero e un Magistrato, si erano uniti per soddisfare le loro “performance” sessuali su un certo numero di “pazienti donne” ricoverate in Ospedale.
I due “presunti stupratori seriali”, dei quali sono già agli atti della Procura i filmati del loro perverso divertimento, che riprendevano a memoria delle loro prestazioni (nelle camere, nei bagni e anche in sala operatoria) sono stati posti agli arresti domiciliari dalla solita Legge buonista, garantista ecc. ecc.
Tale storia è arrivata alla Magistratura da una probabile denuncia di una delle “pazienti abusata” ma ancora tutto è sottoposto al più totale riserbo, segretato insomma e magari lo resterà.
Molto probabilmente verrà loro assegnata una condanna minimale, magari qualche mese di arresti domiciliare e poi le “due brave persone” riprenderanno, in modo più accorto, la loro attività sessuale.
Certo è che se finissero in carcere, anche solo per un breve periodo, probabilmente avrebbero la possibilità di sperimentare sulla propria persona il “piacere” di una violenza fisica, che gli possa ricordare negli anni successivi cosa significa il male e l’indifferenza della vita altrui!
Inoltre cerchiamo di non dimenticare come vivranno le violenze subite le pazienti dell’Ospedale, e il rapporto con la propria famiglia, mariti, fidanzati, fratelli che dovranno accettare tale situazione con tanta buona volontà in quanto la Legge ben poco farà nei loro confronti.
Solo per la cronaca vorrei ricordare che SOLO dopo l’abrogazione del reato di adulterio nel 1968, dopo l’introduzione del divorzio nel 1970 (legge 898), dopo la riforma del diritto di famiglia nel 1975 (legge 151), dopo l’introduzione dell’aborto nel 1978 (legge 194), le disposizioni sul delitto d’onore sono state abrogate il 5 agosto 1981 (legge 442), una data STORICA, in cui chi “uccideva” per salvaguardare l’onore della propria famiglia non veniva condannato. Morale: le cose giuste vengono sempre soppresse!
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 
Editorialista Pier Luigi Cignoli

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