MANIFESTAZIONE FRIDAYS FOR FUTURE RAGAZZI CHITARRA CHITARRE

Quando frequentavo le scuole medie, confesso che mi sarebbe piaciuto studiare uno strumento. Mio padre, all’età di 10 anni, mi regalò una chitarra classica che tengo ancora gelosamente rinchiusa nella sua custodia. Non ho mai montato le sei corde, che giacciono da quasi mezzo secolo nella loro confezione originale, nella tasca esterna.

Forse, quando avrò molto più tempo libero, mi ci dedicherò seriamente. Nell’attesa, ho acquistato anche un’armonica e un kazoo. Ma oggi vi parlerò di un vero musicista, uno di quelli che passano la maggior parte della loro vita con lo strumento a tracolla.

Alcide Boriani era nato a Frassineto Po, in provincia di Alessandria, nel 1974 da Guglielmo, custode del Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria e Norina Lunardi, titolare della Libreria “Bianciardiana” a Frassineto Po. I genitori, com’era prevedibile, gli consigliarono il pianoforte, il violino e, ovviamente, la chitarra.

Alcide, che doveva il suo nome alla venerazione che suo padre aveva per la figura di De Gasperi, dopo un’attenta riflessione durata circa un mese, prese la sua decisione, che naturalmente spiazzò, indistintamente, parenti ed amici. Si iscrisse, infatti, al corso di Bassotuba, uno strumento musicale classificato come aerofono a bocchino che appartiene alla famiglia degli ottoni. Quando, gli domandavano il perché di quella scelta, lui rispondeva che le possibilità lavorative erano certamente più alte di quelle che poteva avere chi suonava uno strumento di quelli proposti dai suoi genitori, c’era molta meno concorrenza. Cominciò a collaborare anche con la Banda cittadina divenendo amico stretto di un trombonista di origini congolesi di nome Ghali.

Uscito a pieni voti dal Conservatorio, cominciò il suo lento peregrinare che lo vide esibirsi in molti teatri dello stivale e, in alcune occasioni, anche in altri Stati membri dell’Unione Europea. Quando, a Praga, conobbe un giovane direttore d’orchestra con il quale allacciò una lunga relazione sentimentale, dopo averlo sentito suonare, gli propose il “Concerto in fa minore per basso tuba e orchestra” scritto nel 1954 da Ralph Vaughan Williams in collaborazione con l’Orchestra stabile “Alessandro Bonci” di Cesena.

In poco tempo, accordandosi con l’assessorato alla cultura della città che ha dato i natali a Guido Pistocchi e Marco Tamburini, fissarono la data del concerto per il 22 dicembre, al teatro “Alessandro Bonci”. Era l’ultimo spettacolo teatrale prima della chiusura, in occasione delle festività natalizie, e Alcide voleva ben figurare, festeggiando poi, al termine del concerto, con gli amici più stretti. Teatro esaurito in ogni ordine di posti, quando il sipario si aprì, il suonatore di tuba, all’insaputa del direttore, si diresse al centro del palcoscenico annunciando agli spettatori che li avrebbe omaggiati con una versione molto particolare del “Flight of the Bumblebeebrano tratto dal terzo atto dell’opera La fiaba dello zar Saltandi Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov, quando il protagonista Gvidon viene trasformato in un insetto. 3’ 17’’ dopo, al termine dell’esibizione, gli applausi scroscianti continuarono per qualche minuto, anche dopo un improvviso blackout.

Quando la corrente elettrica tornò a circolare regolarmente, la sedia dedicata al M° Alcide Boriani era vuota e il bassotuba era appoggiato a terra. Lo cercarono ovunque senza successo. Da quel giorno, di lui non si seppe più nella. Quando all’amico trombonista Ghali, che era esattamente dietro la sua postazione, gli inquirenti chiesero se aveva notato qualcosa di strano al termine dell’esecuzione, lui candidamente ripose: “Ho visto un calabrone uscire dalla campana del bassotuba e volare via felice”.

A cura di Marco Benazzi editorialista – Foto ImagoEconomica 

Editorialista Marco Benazzi

1 commento

  1. I racconti di Marco Benazzi sono sempre interessanti, qualche volta i racconti ti fanno ridere, altre volte ti fanno riflettere. Questo racconto è incentrato sulla musica e Marco racconta di questo musicista a cui piaceva la tuba. Ma quello che andando avanti nel racconto, Marco ricorda due musicisti cesenati, due trombettista, due differenti tecniche di suonare la tromba. Questi due musicisti erano Guido Pistocchi e Marco Tamburini. Due musicisti che hanno dato lustro a Cesena, la città malatestiana per eccellenza. Un ricordo direi molto gradito di chi segue la musica è specialmente quella Musica Jazz, che è ricca di suoni e variazioni, bravo Marco.

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