Pochi di quelli che passano sotto al mio busto, ricordano che un tempo estremamente lontano sono stato “l’eroe dei due mondi”, anzi considerando che mi hanno collocato a circa 3 metri d’altezza, la maggior parte dei passanti non mi nota affatto.
Mi chiamo Giuseppe, come il falegname più famoso del mondo e di cognome faccio Garibaldi. Sulla mia pagina di “wikipedia”scrivono che sono stato un generale, patriota, condottiero, scrittore, marinaio e politico italiano ma io, francamente, mi sono sempre ritenuto un ottimo giocatore di bocce, purtroppo i dolori reumatici alla mano, mi impedirono di continuare a giocare ma sono estremamente fiero che, al Museo del Risorgimento siano conservate le bocce di una partita, l’ultima per la verità, che non fui in grado di terminare e che nessuno utilizzò più.
Ora mi vedete, se passate dal porticato di via Zefferino Re – la via che collega Piazza del Popolo con il Palazzo del Ridotto – che mi dicono fosse un letterato non un monarca, ricoperto di una spessa coltre di polvere, ma un tempo ero venerato e ancora oggi, sempre secondo le chiacchiere che sento da passanti che si accorgono della mia presenza, pare sia ancora molto “Pop”.
Sarà per la famosa spedizione dei mille, che poi, un ragioniere che spesso consuma la colazione nel tavolino qui accanto, parla di 1089 o sarà per l’amore per la natura e gli animali che mi portò, su invito di lady Anna Winter, ha fondare una Società che tutelasse di Animali, quella che oggi chiamate “ENPA”.
So che, delle tante pagine scritte sul mio conto, quelle che preferisco in assoluto sono state scritte da un certo Luciano Bianciardi, che a mio avviso ha raccontato la mia vita come avrei voluto che la si raccontasse, e la frase che conclude la biografia, peraltro pubblicata postuma, l’ho trovata priva di filtri ed estremamente sincera come solo un uomo che ha sposato l’anarchia poteva scrivere: «E subito gli fecero il monumento, lo misero, a cavallo o senza, in cima a un piedistallo, decisi a non farlo più scendere. Ancora oggi, per molta gente, il Garibaldi della leggenda torna più comodo del Garibaldi della realtà.
Noi, modestamente, abbiamo cercato di farlo scendere dal piedistallo, di ritrovarlo uomo.» Purtroppo, la stragrande maggioranza di chi si lava la bocca citandomi, spesso a sproposito, è la stessa che non ricorda neppure che un tempo ero all’interno di un Caffè che portava il mio nome o che tra i 1089 volontari c’era anche un cesenate, Giacomo Comandini mi pare si chiamasse. Chissà se qualcuno si ricorderà che, il 5 dicembre 2024saranno 176 anni esatti dal mio primo giorno a Cesena.
Una cosa è certa, il busto realizzato dallo scultore Tullo Golfarelli, che è stato collocato qui a pochi passi, sotto il grande Loggiato del Comune, mi sta antipatico. Oggi, dopo mille avventure e amori perduti, mi resta l’amicizia di una coppia di tortore che hanno nidificato nel piedistallo sul retro del busto, uccelli che come voi saprete rientrano fra gli animali fedeli al proprio partner per la vita.Naturalmente, per me non possono non chiamarsi Beppe e Anita.Un appello alle autorità locali: una bomboletta di Mangia Polvere antistatico da 300 ml, costa sui 5 €. Tutto qui! G.G.
A cura di Marco Benazzi editorialista – Foto ImagoEconomica