Il verbo di Dio senza i giusti “Tag“, non arriva ai più giovani – questo è certo – come, forse, senza conoscere i social il Latino da solo, non basta per far capire il Vangelo a chi passa il suo tempo su Tik Tok, Youtube o Facebook ed allora ecco un “corso” specifico diretto al personale ecclesiastico, per imparare come funziona il mondo del web e le sue diramazioni, mettendo in cattedra uno dei massimi esperti in comunicazione e “social media reputation“, Giò Talente: è la Lectio Magistralis che si farà all’Università Pontificia Urbaniana. Non è il primo corso per suore e sacerdoti del genere, ed arriva a poche settimane da una polemica – finita male invece – nata attorno all’iniziativa delle monache in clausura di un Convento che – anticipando le iniziative accademiche ufficiali – avevano iniziato a postare su Facebook messaggi e foto del loro monastero.

Uisg: “Lo spazio digitale è un luogo di missione”
“Siamo abituati a vedere i social come mezzo di distrazione, dibattito o propaganda politica, ma possono anche essere utilizzati come diffondere amore, pace e fratellanza – racconta Giò Talente a La Stampa – bisogna studiare il modo più efficace per far arrivare il giusto messaggio”. La Uisg – Unione internazionale superiore generali – in collaborazione con l’Università Pontificia Urbaniana e le Organizzazioni della Chiesa, incentiva la “formazione delle religiose e del laicato al servizio della
comunicazione per la vita religiosa”, così Patrizia Morgante, responsabile della comunicazione Uisg.
“Sappiamo che oggi, in Italia, molte realtà della vita consacrata hanno profili istituzionali online, ma poche hanno una persona o una équipe che si prende cura dei contenuti e dello stile di comunicazione digitale – prosegue la Morgante – dobbiamo considerare lo spazio digitale come un luogo di missione e quindi preparare Missionarie e Missionari dal punto di vista tecnico e umano.

L’esperimento di una “pastorale digitale”
A collaborare nello sviluppo dei contenuti del corso, per una sperimentazione di “pastorale digitale”, è il Centro di Orientamento Pastorale (il Cop). Secondo il vescovo presidente, Domenico Sigalini: “Si tratta di ripensare la missione della Chiesa, il suo agire, in un inedito contesto culturale, dove online e offline non sono più tra loro dimensioni complementari, e dove la tecnica diviene sempre più ambiente”.

Il Convento di clausura “troppo social”
E mentre va avanti il cammino di modernizzazione nell’ambito della comunicazione della Chiesa, due settimane fa il il “no a Facebook e mercatini” da parte del Vaticano, a le 13 suore del Monastero (di clausura) di Pienza, in Toscana, che avevano iniziato a curare un profilo Facebook. Iniziativa che aveva portato alla sospensione della Madre Superiora.

A cura di Elisabetta Turci – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui