Elkann a Trump ha anche assicurato che Stellantis intende rafforzare “ulteriormente” la sua impronta manifatturiera negli Stati Uniti e fornire “stabilità alla grande forza lavoro americana”. Per Stellantis, dunque, la spinta ‘pro-business’ di Trump è un’occasione per sbloccare miliardi di dollari di investimenti che erano rimasti bloccati durante l’era Biden e aprire una nuova era di rapporti con i sindacati e la nuova amministrazione.
La casa automobilistica ha negli States circa 66mila dipendenti e conta su 12 stabilimenti per l’assemblaggio, sei per i motori, tre per la trasmissione e sette per la lavorazione meccanica. Fra gli investimenti che Stellantis effettuerà in Usa c’è quello per la produzione di un pick-up di taglia media a Belvidere, Illinois, ma anche la produzione della prossima generazione del Dodge Durango al Detroit Assembly Complex. “Investiremo a Toledo”, in Ohio, ha aggiunto Filosa spiegando che Stellantis spingerà su “tecnologie aggiuntive e forti azioni sui prodotti per Jeep Wrangler e Jeep Gladiator nel Toledo Assembly Complex e su più componenti critici per la nostra produzione nel nostro Toledo Machining Plant”.
A cura di Renato Lolli – Foto ImagoEconomica