“Strumentalizzare le difficoltà di chi lavora la terra è una pericolosa miccia che sta incendiando l’Europa ed è il frutto di decenni di miopia politica“: Slow Food Italia commenta così, in una nota, le proteste di queste settimane che vedono come protagonisti gli agricoltori in vari Paesi dell’Europa, compresa l’Italia.
Per Slow Food “purtroppo una protesta che esprime disagio profondo viene banalizzata, ricondotta a scontro fra contadini e ambientalisti, fra contadini e Unione Europea, cavalcata e strumentalizzata da chi cercherà di trarne vantaggi elettorali o tutela di interessi privati”.
Secondo Serena Milano, direttrice di Slow Food Italia, quanto sta accadendo ” è il frutto di decenni in cui la politica ha trascurato l’agricoltura, le condizioni di vita e di lavoro di chi produce cibo soprattutto nelle aree interne”.
“Il nostro sistema alimentare – afferma Milano – non protegge le sue fondamenta, la terra e chi la lavora, ma annienta proprio gli agricoltori più virtuosi e genera sprechi intollerabili“. La soluzione per Slow Food è il sostegno a chi produce il cibo seguendo pratiche agroecologiche.
“Il Green Deal è un percorso necessario – evidenzia Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia – questi anni sono decisivi. Dobbiamo sostenere e accompagnare chi produce il nostro cibo seguendo pratiche agroecologiche e supportare tutti gli altri, attivando percorsi condivisi. Si parla degli ingenti sussidi europei all’agricoltura, ma si dimentica – conclude – che i soldi delle Pac continuano ad andare a poche grandi aziende: l’80% dei finanziamenti va al 20% degli imprenditori agricoli e premia l’agricoltura intensiva“.