Sistema bancario USA sotto osservazione: 4.127 banche statunitensi detenevano 7,7 trilioni di dollari in depositi non assicurati. I riflessi sull’economia europea sono inevitabili
Per il governo e la Fed l’economia americana andrebbe a gonfie vele. Ma l’Office of Financial Research (OFR), agenzia governativa creata per evitare crisi disastrose come quella del 2008, pubblica uno studio che sostiene l’opposto. Lo raccontato due analisti ben informati, Pam Martens e Russ Martens, su Wall Street On Parade. Lo studio definisce il sistema bancario maturo per un’altra crisi, “fragile e incerto”. Dei crolli potrebbero generare una tempesta con effetti imprevisti anche sull’economia europea, già in grande difficoltà. L’analisi è così interessante che va riportata per ampi stralci.
“Dopo il secondo, terzo e quarto fallimento bancario più grande nella storia degli Stati Uniti nella primavera dello scorso anno”, scrivono i due, “il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha presentato a giugno il suo rapporto semestrale sulla politica monetaria alla Commissione per i servizi finanziari della Camera e alla Commissione bancaria del Senato. In entrambe le apparizioni, Powell ha affermato la stessa cosa: ‘Il sistema bancario statunitense è solido e resistente.’”
Ma secondo il rapporto della settimana scorsa dell’Agenzia federale Office of Financial Research, il cui mandato è quello di tenere informati i regolatori federali sulla reale condizione del sistema bancario, ci sarebbe da stare con gli occhi ben aperti. Wall Street On Parade riporta le parole dei ricercatori federali: “I fallimenti bancari del 2023 forniscono un assaggio di ciò che potrebbe accadere dopo. La preoccupazione per la sicurezza dei depositi bancari non assicurati può portare a sostanziali prelievi da parte dei clienti che riducono la base di capitale di una banca, rendendo necessaria la riduzione della leva finanziaria per soddisfare i deflussi di cassa e i requisiti patrimoniali regolamentari. Ciò, a sua volta richiede a queste banche di realizzare o potenzialmente realizzare perdite di valore equo sui loro portafogli titoli. Ciò potrebbe ulteriormente esacerbare la perdita di fiducia in una banca, portando ad un’eventuale amministrazione controllata”. Un quadro che non si innesta nel nulla. Le banche USA hanno avuto diversi scossoni di recente.
A cura di Antonio Amorosi Affari Italiani – Foto ImagoEconomica