Siamo tutti sulla stessa barca, un’imbarcazione fragile che naviga in un mare vasto e imprevedibile. Le onde si alzano, l’acqua penetra attraverso le crepe, e molti, presi dalla paura o dalla stanchezza, potrebbero non riuscire a restare a galla. Ma quelli che vivranno, quelli che troveranno la forza di remare insieme, cosa vedranno? Vedranno un nuovo orizzonte, illuminato dalla luce del sole che rompe le nuvole dopo la tempesta. Vedranno terre inesplorate, dove le cicatrici del passato saranno i segni di una forza ritrovata.

Incontreranno un’umanità più consapevole, che ha imparato a condividere i remi, a distribuire il peso, a unire le mani per riparare le crepe dello scafo. Vedranno il valore dell’essenziale, la bellezza del camminare insieme verso una meta comune. Racconteranno delle sfide affrontate, delle notti oscure in cui solo il coraggio e la speranza hanno tenuto accesa la luce. E ricorderanno che, anche quando la barca sembrava sul punto di affondare, sono stati i legami, il sostegno reciproco e la capacità di credere nell’alba a salvarli. Vedranno, infine, il mare che si calma, non più un nemico ma un compagno di viaggio. E capiranno che la vera forza non era nel legno della barca, ma nei cuori di chi l’ha condotta verso una nuova vita.

A cura di Paolo Gabellini – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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