Gli incassi di un ristorante utilizzati per finanziare il clan Contini e mantenere i detenuti, ma anche per creare un’attività di pianificazione scrive rainews.

Cinque le persone finite in manette, sotto sigilli beni per tre milioni di euro, nell’ambito di un’operazione condotta dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata e con la Squadra Mobile della Questura di Napoli.

Anche la società che gestisce la notissima pizzeria del centro storico di Napoli “dal Presidente”, che si trova in via dei Tribunali, sarebbe riconducibile al clan Contini.

Gli indagati sono gravemente indiziati dei reati di trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio, aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità agevolativa dell’organizzazione camorristica.

L’attività investigativa avrebbe permesso di accertare l’intestazione fittizia di due società nel settore della ristorazione e panificazione per agevolare il raggiungimento delle finalità illecite del predetto sodalizio e per il sostentamento dei detenuti e delle rispettive famiglie, si legge in una nota della Procura guidata da Nicola Gratteri.

L’impresa di ristorazione del centro storico di Napoli sarebbe stata acquistata grazie all’apporto economico e alla ”protezione” fornita da un esponente di spicco del clan, alla cui famiglia sarebbe stata destinata una parte dei relativi incassi anche dopo la sua detenzione conseguente ad una condanna per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

Le risultanze investigative e le evidenze acquisite sui social network avrebbero permesso di stabilire che la società era gestita, di fatto, dal cognato del detenuto, anch’egli con numerosi precedenti penali, il quale si sarebbe poi affrancato dalla joint venture criminale avviando una nuova attività nel campo della panificazione e della vendita di prodotti da forno.

Gli indagati avrebbero reimpiegato nelle società di ristorazione e panificazione e nell’acquisto degli indicati beni immobili l’importo complessivo di 412.435 euro, versato in contanti con reiterate operazioni sui conti societari e personali. Sequestrati oltre 3,5 milioni di euro tra il profitto illecito, quote delle società, l’impresa individuale e gli immobili oggetto di intestazione fittizia.

A cura di Elena Mamnelli – Foto Facebook

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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