Dati sensibili prelevati dalle Banche dati strategiche per essere rivenduti su commissione anche di esponenti politici, dai presunti appartenenti all’associazione per delinquere al centro dell’inchiesta della Dda di Milano e dei Carabinieri del Nucleo investigativo di Varese, che ha portato a quattro misure di arresti domiciliari e a due misure interdittive, oltre al sequestro di società. I sei destinatari dell’ordinanza cautelare, a quanto si apprende, sarebbero appartenenti o ex delle forze dell’ordine, hacker e consulenti informatici.
Tra coloro che sono finiti in manette c’è il commissario capo in pensione Carmine Gallo, per anni in servizio alla Squadra mobile di Milano, e poi amministratore della società di investigazioni private Equalize. Tra gli indagati, il presidente di Fondazione Fiera Milano Enrico Pazzali che è anche nella governance di Equalize.
Da quanto si è saputo, i presunti componenti dell’organizzazione avrebbero prelevato dalle banche dati strategiche più importanti informazioni e dati “di tutti i generi”, stando a quanto riferito, e di soggetti più vari, anche esponenti politici. E avrebbero agito su commissione di “clienti“, anche a “fini privatistici“, per rivendere, poi, quelle informazioni a chi le chiedeva. I reati al centro dell’inchiesta, che ha portato a quattro arresti domiciliari e due interdittive, sono associazione per delinquere e accesso abusivo a sistema informatico.
L’indagine, coordinata anche dalla Direzione nazionale antimafia, a quanto risulta, nascerebbe da una precedente inchiesta milanese sulla criminalità organizzata, anche se nelle misure cautelari eseguite oggi pomeriggio non vengono contestate, da quanto riferito, condotte di “agevolazione” delle mafie. Sono state eseguite anche decine di perquisizioni in Italia e all’estero. Domani alle 11.30 si terrà una conferenza stampa in Procura a Milano, alla presenza anche del Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Giovanni Melillo.
A cura di Elena Mambelli – Foto ImagoEconomica