La prostituzione minorile assume profili complessi risultanti dalla molteplicità delle tipologie con cui si manifesta il reato. Se da un lato si ha a che fare infatti, con migranti vittime della tratta; dall’altro vi sono anche adolescenti italiani spinti a prostituirsi dalle famiglie alle prese con situazioni di assoluta povertà. Questi «piccoli schiavi di adulti senza scrupoli» sessuali agiscono vincolati da condizioni di estrema fragilità psicologicae difficoltà, dove la prostituzione vive di disperazione, di mancanza di alternative e di assenza di beni di prima necessità in quartieri soprattutto degradati.

In prima istanza, dunque, la povertà e il disagio minorile sono alla base della diffusione del fenomeno in esame, che, tuttavia, si sta propagando anche tra le classi sociali più agiate sotto l’effetto di nuovi stupefacenti.

Recentemente una commissione parlamentare ha inteso approfondire il contesto sociologico di riferimento in cui il fenomeno si inquadra, individuando, ove possibile strumenti di contrasto ed iniziative mirate alla prevenzione, attraverso anche la promozione di specifiche campagne di sensibilizzazione nazionale su questo tema, in collaborazione sia con gli organi istituzionalmente competenti, sia con le associazioni di volontariato maggiormente rappresentative sul piano nazionale.

L’analisi ha visto la collaborazione e il contributo di tutti i soggetti che si occupano di tale problematica nei diversi settori di intervento e ha inoltre verificato, se e in che misura siano state attivate da parte degli organismi sovraevidenziati forme di monitoraggio sistematico, necessarie per elaborare efficaci strumenti di contrasto e repressione di tale forma di sfruttamento dei minorenni.

Anche La “Dichiarazione finale della Conferenza mondiale di Stoccolma” negli anni passati ha sapientemente classificato lo sfruttamento sessuale di bambini a fini commerciali come ipotesi di coercizione equiparabile al lavoro forzato o alla schiavitù contemporanea.

L’obiettivo preposto è quello di contrastare quei reati che, come la pedopornografia o appunto la prostituzione, sempre più spesso vengono compiuti con l’ausilio delle moderne tecnologie e sono consumati al di fuori dai confini nazionali del Paese d’origine del colpevole.

Resta palese infatti, come gli organi istituzionali, non possano certo lasciare alle sole misure normative repressive l’arduo compito di mettere fine ad un fenomeno, che alla luce di quanto analizzato, attualmente, sembra aver profondamente inciso sulla realtà sociale e sull’ unico reale interesse dei nostri tempi: le nuove generazioni.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Imagoeconomica

Il Direttore Editoriale Carlo Costantini

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