Dopo cinquantadue anni l’ex boss della Comasina, Renato Vallanzasca Costantini, nato a Milano il 4 maggio 1950, soprannominato “bel Renè”, ha lasciato il carcere per essere ricoverato in una clinica che cura le malattie della mente e della vecchiaia, come l’Alzheimer e la demenza senile.

Criminale d’altri tempi e re incontrastato delle evasioni è stato condannato a quattro ergastoli. All’età di otto anni fece scappare gli animali di un circo e a diciotto formò la sua prima banda. Il primo arresto avvenne nel 1972 dopo una rapina a un supermercato.

Nel 1976 la prima evasione. Durante la latitanza ricostruisce la banda. Ripreso, dopo svariati tentativi andati a vuoto nel 1981, fomenta una rivolta nel carcere di Novara che gli permette la fuga. Ripreso, quasi subito, nel 1987 riesce a evadere da un oblò del traghetto che da Genova lo stava portando al carcere di Nuoro.

Nel 2005 i suoi legali presentano la richiesta di grazia che è respinta due anni dopo. Nel 2010 il lavoro esterno. Nel 2014, in regime di semilibertà, esce dal carcere per svolgere un lavoro esterno di giardiniere presso una comunità di recupero. Pizzicato per un furto in un negozio di abbigliamento, è condannato a dieci anni di carcere senza benefici di legge fino al 2021 quando si sono riaperte le porte del carcere per qualche ora al giorno da passare nella comunità.

Sarà l’ultima condanna dopo avere compiuto settanta rapine, quattro sequestri di persona e una lunga serie di omicidi. Per Renatino “fine pena mai”, ha accumulato 295 anni di carcere. Sempre presente sulle cronache nere a ottobre 2014 avrebbe dovuto dare una svolta al caso Pantani. Convocato dagli inquirenti che si occupavano dell’inchiesta l’ex “bel Renè” riferì che nel 1999 fu avvicinato in carcere da un esponente della camorra che, visto il suo ruolo di prestigio all’interno della mala italiana, era desideroso di fargli un “regalo”, e cioè di non farlo scommettere, come stavano facendo tutti, sulla vittoria di Marco Pantani, perché il Pirata quel Giro “non lo avrebbe finito”.

Le indagini successive alle rivelazioni non portarono all’individuazione dei responsabili delle presunte intimidazioni nei confronti di Marco Pantani e di alcuni medici. Così la Procura di Forlì chiese l’archiviazione per i reati di minacce ed estorsione ipotizzati a carico d’ignoti. Renato Vallanzasca, un criminale del passato, violento, spietato, dotato di una personalità mitomane e narcisista. Oggi, dopo otto lustri passati in carcere, non rimane nulla della sua vita, se non quello che si è lasciato alle spalle.


Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Repertorio

Il Vice Direttore Ugo Vandelli

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