LE SPIAGGE DEL LITORALE LAZIALE ESTATE VACANZE TURISMO TURISTA BAGNANTI OMBRELLONI MARE
Per entrare nel merito del problema e comprenderlo necessita fare un bel passo indietro e provare a rivivere la storia del Lido di Dante dagli anni ’60/70 quando i primi nudisti, prevalentemente tedeschi, danesi, olandesi, lo invadeva per appagare la loro voglia di cambiamento. La spiaggia selvaggia e incontaminata ì, con le sue dune e la pineta nel periodo estiva si trasformava in un vero “centro d’incontro internazionale” nel quale vivere la propria libertà totale, sesso libero, nudismo ed esperienze alternative. A Ravenna la cosa era più che risaputa ma mezzo secolo fa, quando il politicamente corretto non era di moda, e alla sinistra di gradimento il tutto rientrava in una convivenza accettata da una parte e dall’altra, senza limiti e/o intralci.
Ma gli anni passano veloci e la “politica cambia”.
Regole, ordinanze, decreti, tasse, gabelle e oneri si susseguono e si accavallano per condizionare e sfruttare il turismo quale fonte di profitti diretti e indiretti condizionando questa forma di “turismo libero” con una eccezione.
E l’eccezione sono stati e sono tutti quelli a cui il “naturalismo” proprio non era mai interessato come tale, ma le dune e la pineta erano e sono rimasti luogo sicuro per fare puro. Solo che anche il sesso si è smodatamente evoluto e a loro si sono aggiunti pervertiti, guardoni, scambisti, prostitute e femminelli usando il Lido di Dante, quale postribolo a cielo aperto e “gratuito”, creando non pochi problemi e disagi al “vero turismo estivo”, quello delle famiglie, che spesso inconsapevoli di tale “situazione” hanno vissuto esperienze poco salubri!
Pertanto il naturismo ha creato nel tempo una situazione preoccupante e certo non semplice da gestire, vito anche l’intensificarsi dello spaccio!
In questi giorni è stato proposto al Consiglio Comunale da Alvaro Ancisi, Capogruppo di Lista per Ravenna un ordine del giorno in cui viene richiesta “la realizzazione di un progetto finalizzato all’installazione di un sistema tecnologico di accesso limitato ai pedoni, ai ciclisti, ai veicoli dei residenti e delle attività agricole e ai mezzi di vigilanza e di intervento pubblico, la definizione del quale, sulla base delle molte esperienze e modalità attive ovunque, anche nella nostra città, è demandata alla disponibilità espressa dalla Polizia Locale, con lo scopo primario di informare il Consiglio stesso degli sviluppi, in vista della prossima stagione estiva. Il tutto nell’area di proprietà del Comune, all’inizio del tratto della pineta di via Catone: insomma la creazione di una sorta di barriera che impedisca o almeno rallenti l’afflusso di chi non abiti in zona, abbia interessi lavorativi o si rechi per motivi prettamente turistici in quell’area specifica“.
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 
Editorialista Pier Luigi Cignoli

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