Sul corpo di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso in Egitto nel 2016, “abbiamo riscontrato quasi tutte le torture messe in atto in Egitto e descritte nella letteratura scientifica egiziana: pugni, calci, uso di mazze, bruciature”. Lo ha detto Vittorio Finceschi, consulente della Procura di Roma, nel corso della sua audizione nel processo davanti alla corte d’Assise di Roma a carico di quattro 007 egiziani accusati del sequestro, delle torture e dell’omicidio del ragazzo italiano. “È stata un’udienza durissima. Abbiamo visto tutto il male del mondo su Giulio e ne abbiamo ascoltato la minuziosa descrizione. Giulio, come sappiamo, e ne abbiamo avuto la prova ancora oggi, è stato torturato per giorni e poi gli è stata procurata la morte”, ha commentato, avvocata della famiglia Regeni, dopo l’udienza. “Era un’udienza necessaria perché il corpo di Giulio parla anche nel bene perché non gli è stata riscontrata nessuna sostanza tossica. È stata dura ma era importante e inevitabile. Non abbiamo voluto mostrare le immagini per la dignità di Giulio, ho voluto che i genitori non partecipassero mentre veniva raccontato tutto quello che era stato fatto al loro figlio”, ha aggiunto la legale. Ballerini aveva infatti chiesto e ottenuto che una parte dell’udienza si svolgesse a porte chiuse e che non fossero divulgate immagini. Giustamente.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto ImagoEconomica 

Il Direttore Editoriale Carlo Costantini

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