Auto incolonnate al porto di Dover nello Stretto della Manica
Ancora un regalo dai “soloni” della UE al nostro Paese!
I dazi che verranno imposti sulle auto elettriche prodotte in Cina rischiano di rivelarsi un vero colpo basso alla nostra Italia e ai suoi progetti già avanzati con lo Stato asiatico su importanti e strategici investimenti nel nostro Paese.
L’agenzia Bloomberg, evidenzia che “Pechino” sta operando sulle proprie Case Automobilistiche affinché sospendano ogni accordo sia commerciale che produttivo verso l’Europa, causa le tariffe doganali di cui si sta parlando in questi giorni.
Tra i progetti fermati c’è anche quello relativo ad un possibile insediamento industriale in Italia della Dongfeng Motor Corporation – (un’azienda statale con sede a Wuhan, in Cina, che trae origine dalla Second Automobile Works, fondata nel 1969. È uno dei colossi cinesi dell’auto in rapida ascesa non solo nel suo paese ed è tra le prime 4 insieme a Chang’an Motors, FAW Group, e SAIC Motor, nel mondo: nel 2023 ha venduto 2,42 milioni di veicoli, generando un fatturato di oltre 52 miliardi di euro) – l’azienda con cui il nostro Governo ha già valutato importanti accordi per il prossimo futuro.
Leggendo attentamente quanto riportato da “Bloomberg” non si tratterebbe solo una semplice richiesta, bensì di una vera direttiva anche non ancora del tutto vincolante. Non dimentichiamo però che le Aziende cinesi sono particolarmente ligie alle indicazioni del loto governo tanto più se di proprietà statale o comunque legate all’apparato pubblico. Inoltre tale “avvertimento” non sarebbe vincolante solo in funzione dei dazi ma anche dalla potenziale sovracapacità produttiva europea e da una scarsa domanda di auto cinesi da parte dei consumatori del vecchio continente.
Non a coso a Dongfeng ha già contattato il nostro governo in merito alla “sospensione” del progetto e degli accordi in corso. La stessa Changan ha annullato l’evento previsto a Milano per la presentazione delle sue possibili strategie per l’ingresso nel mercato europeo, mentre la Chery ha procrastinato all’ottobre del 2025 l’avvio della produzione di veicoli elettrici in Spagna.
I costruttori cinesi restano comunque fortemente interessati al “mercato europeo” in quanto nello stesso possono sia vendere le loro auto a prezzi più alti che in madre patria sia non subire la guerra concorrenziale nel loro paese.
Così, hanno studiato e risolto il problema, aggirando dazi e qualsiasi altra imposizione della UE, scegliendo la Turchia come riferimento. L’azienda di Shenzhen investirà 1 miliardo di euro per produrre elettriche da esportare nel Vecchio Continente senza dover pagare alcuna tariffa doganale grazie all’accordo di libero scambio tra Bruxelles e Ankara.
Ringraziamo come sempre la sinistra che governa la UE!
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 
Editorialista Pier Luigi Cignoli

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