
I giovani continuano a morire nelle strade. I dati sono in aumento. Le cause sono molteplici. Tutto ricade come negli anni novanta, sulla responsabilità che tanti ragazzi fanno uso di stupefacenti che deteriorano le cellule buone del cervello, spesso chimiche, allucinogene, molto pericolose, cancerogene.
Tutto vero, ma stanno emergendo nuove statistiche preoccupanti che sono al vaglio del ministro degli interni.
Tra le tante variabili, c’è il fatto che i neopatentati non hanno il controllo dell’auto, non rispettano i divieti e sono irresponsabili; emerge che guidano con il cellulare, spingono sull’ acceleratore per pura adrenalina, si sentono piloti afferrati anche quando gli asfalti sono scivolosi e sconnessi. In piccola percentuale esiste anche il reato, che per passare agli esami senza aver studiato a fondo e senza avere un praticantato, la patente viene comprata in modo fraudolento e non meritata.
Anche oggi a Cagliari quattro giovanissimi hanno perso la loro vita nel dramma familiare. Se i governi di sinistra hanno sempre pensato di salvaguardare i produttori di auto per spingere la produzione e salvaguardare il tema del lavoro, oggi occorrerebbe fare due semplici cose: “aumentare l’età per ottenere il permesso di guida e introdurre nelle scuole una nuova materia che insegni come si tiene un volante nelle mani, osservando i pericoli mentre si percorre una strada.
Senza questa battaglia di rinnovamento e culturale, i nostri ragazzi continueranno a “giocare” con i missili a quattro ruote e continueremo a scrivere di “sangue, tragedie” che spezzano i cuori mentre pure i fiori appassiscono.
Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto ImagoEconomica