Tutto pronto a Sanremo, il Teatro Ariston riparte martedì 1 febbraio per la 72sima edizione del Festival della Canzone Italiana. Lo stesso palcoscenico dove 64 anni fa, il primo febbraio 1958, il giovane Domenico Modugno vinceva la kermesse canora (condotta Gianni Agus e Fulvia Colombo) con il brano “Nel blu dipinto di blu“, cantato in coppia con Johnny Dorelli.

La canzone fu arrangiata ed eseguita dal maestro Alberto Semprini con il suo Sestetto Azzurro, che era costituito da Pupo De Luca alla batteria, Walter Beduschi al basso, Mario Migliardi all’organo hammond, Bruno De Filippi alla chitarra, Ebe Mautino all’arpa e lo stesso Semprini al pianoforte. La registrazione fu effettuata negli studi della Fonit Cetra di via Meda a Milano.

Semprini accompagnò il cantautore pugliese al Festival con il Sestetto Azzurro, dirigendo l’orchestra, e le idee dell’arrangiamento contribuirono al felice esito finale.
La canzone, conosciuta anche come “Volare” nacque dal paroliere Franco Migliacci, ispirato dal quadro di Chagall dal titolo “Le coq rouge dans la nuit”, sulla parete della sua casa. L’opera raffigurava un uomo che volava e una figura dipinta di blu. Da qui le strofe che tutti conosciamo “di blu, dipinto di blu, felice di stare lassù”. Mentre il “Volare, oh oh“, sembrerebbe essere un’ispirazione di Modugno, che osservò il cielo con la moglie a Piazza Consalvi a Roma e sentì una sensazione di libertà, che poi riportò nella canzone.

Una volta vinto Sanremo davanti a Nilla Pizzi con “L’edera” , come da regolamento, la canzone ottenne il diritto di partecipare all’Eurovision Song Contest, dove si classificò al terzo posto. La consacrazione americana di “Volare” arrivò sempre lo stesso anno, quando restò in vetta alla classifica Hot 100 di Billboard per due settimane. In poco più di un mese furono venduti circa due milioni di dischi.

Per questo motivo alla prima edizione dei Grammy Awards, i cosiddetti Oscar della musica statunitensi, tenutasi nel 1959, “Volare” vinse i premi come miglior disco e miglior canzone senza essere tradotta o adattata in inglese, unico brano italiano in assoluto a riuscire nell’impresa
e nel 1959 trionfò ai Grammy Awards come canzone e disco dell’anno.

La canzone venne tradotta in quasi tutte le lingue e l’esibizione a braccia aperte con cui “Mister Volare” accompagnava il ritornello come se volasse, divenne il manifesto di una canzone destinata, con 22 milioni di copie vendute, a diventare più famosa nel mondo.

articolo a cura di Franco Buttaro – Foto Imagoeconomica

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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