Le Navi ONG Sos Humanity e Sea-Watch si contrappongono ancora al Governo italiano e “tirano in causa” il Ministro Piantedosi!
Le loro affermazioni: “Con la minaccia di sanzioni, le autorità italiane chiedono ogni giorno ai nostri capitani di violare il diritto internazionale e macchiarsi di più gravi crimini, collaborando con la cosiddetta guardia costiera libica nei respingimenti illegali di coloro che tentano di attraversare il Mediterraneo. Le richieste delle autorità italiane di subordinare le nostre operazioni agli ordini della cosiddetta Guardia costiera libica rappresentano una chiara istigazione a violare i principi già riconosciuti dalla giurisprudenza italiana, mettendo in pericolo la vita di chi ha bisogno di essere soccorso. Sea-Watch ha diffidato il Centro di coordinamento del soccorso marittimo italiano (IMRCC) a continuare con questo modus operandi: basta minacciare le nostre navi di sanzioni amministrative per costringerci a rimanere in silenzio o a collaborare con chi quotidianamente viola i diritti umani delle persone migranti“.
In virtù di un “dispositivo” a firma di un Giudice della Regione Calabria che recita: “La corte non classifica le attività del centro di controllo dei soccorsi libici e della cosiddetta guardia costiera libica come misure di ricerca e salvataggio, ma come rimpatri illegali”, le Ong si ritengono libere di agire senza rispetto di regole impositive nell’area SAR libica e sottolineano: “Non possiamo prendere ordini dalla cosiddetta guardia costiera libica, non possiamo prendere ordini da chi non rispetta i diritti umani. Basta, infine, con l’eterna criminalizzazione del soccorso in mare, nell’ultimo anno, secondo l’Agenzia europea per i diritti fondamentali, sono stati aperti oltre settanta procedimenti contro le Ong in mare e ordinati ventun fermi amministrativi.”
Inoltre, avvalendosi delle disposizioni dei Tribunali italiani, e nello specifico quello di Crotone, chiedono, anzi pretendono l’annullamento del decreto Piantedosi e sono pronte a fronteggiare li Governo italiano. Restiamo così l’unico Stato membro della UE ad essere “vittima” delle ONG e di CHI le sostiene, non a caso approdano sempre il Italia nonostante il Mediterraneo benefici di “centinaia” di porti altrettanto sicuri e agevoli.
Sarebbe opportuna una equa soluzione!
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto Imagoeconomica