Prima di parlarvi del musicista italo-americano Mike Mainieri, andiamo ora ad esaminare la storia di  questo strumento,  il vibrafono di origine percussiva. La sua storia è alquanto interessante, infatti fu inventato nel 1921 da un ingegnere meccanico americano di nome Harry Schluter. La sua intenzione originaria era quella di modificare e portare ad un altro livello un famoso strumento germanico, finendo per cambiare per sempre la storia della musica con la sua scoperta.
Il vibrafono come detto è uno strumento musicale a percussione a suono determinato appartiene alla famiglia degli idiofoni. Esso è composto da barre di metallo intonate, poggiato in maniera ordinata su una struttura portante, solitamente di legno e metallo, che sostiene anche i tubi risonatori, il pedale e la relativa sordina. Le barre costituiscono i tasti, disposti proprio come una tastiera di un pianoforte; essi sono percorsi da battenti con la testa di filtro o di gomma di diversa durezza, rivestita di filo (sintetico o naturale) e con manico prevalentemente in rottan, un legno particolarmente adatto per la sua robustezza e flessibilità. Alcuni esecutori preferiscono il manico rigido di (abete o faggio) a seconda della tecnica usata per suonare lo strumento musicale.
Il vibrafono fu inventato come ho detto nel 1921 negli Stati Uniti. Il suono di ogni tasto viene amplificato da un tubo risonatore metallico (solitamente di alluminio) di lunghezza opportuna posto al di sotto del tasto stesso, chiamato anche canna di risonanza. Ogni tubo e tappato nella parte inferiore, mentre in quella superiore con un “elica” che può fungere da tappo, per far risuonare o meno il suono. Ogni fila di tasti ha la sua fila di eliche che ruotano grazie ad un motore elettrico a velocità controllabile. Questo congegno varia l’intensità  del suono emesso in relazione alla velocità del motore, generando l’effetto tremolo. Un pedale di smorzamento simile a quello presente sul pianoforte consente all’esecutore di intervenire sulla lunghezza della nota prodotta.
Il suono caldo di questo strumento lo rende molto adatto alla Musica Jazz. I vibrafonisti tradizionali hanno un’estensione di tre ottave, ma esistono modelli con estensione di quattro ottave. Il vibrafono ha molte caratteristiche comuni con lo xilofono, nel quale i tasti sono però di legno ma senza amplificazione, e con la marimba che ha sempre i tasti di legno, ma nella parte inferiore porta delle zucche svuotate che hanno il compito di amplificare il suono. Oltre che nel jazz e nella Musica Leggera, il vibrafono ha avuto larga dffusione anche nella Musica del Novecento fino ad oggi.
Tra i primi compositori a farne uso in orchestra, vi furono i musicisti Albam Berg e in Italia Luigi Dallapiccola nei canti di prigionia e Alfredo Casella nell’opera, Missasolemnis pro pace. I musicisti che hanno suonato il vibrafono inoltre vi sono: Larry Bunker, Taddy Charles, Victor Feldman, Terry Gibbs, Milt Jackson, Mike Mainieri, Vincent Montanara Jr, Frank Ricotti e Lionell Hampton. Lionel Hampton è stato uno dei grandi percussionisti della Musica Jazz nei primi anni venti del Novecento ed in special modo dello stile Swing Era, della tradizione, delle vulcaniche performance , supportate da un orchestra (Big Band). A mio parere è stato il musicista fondamentale a fare conoscere lo strumento in orchestra ed anche un precursore del vibrafono.

Ha portato l’insegnamento agli altri giovani musicisti che si avvicinarono allo strumento a percussione. Il giovane Hampton fu un musicista elettrizzante, trascinante e fluviale nell’impero delle sue performancence. Hampton esordirà, suonando la batteria in gruppi non propriamente famosi della West-Cost americana. Durante una seduta di registrazione in studio con il trombettista Louis Armstrong gli viene chiesto di suonare il vibrafono; con questo episodio inizia negli anni Trenta l’ancora anonima carriera di musicista. Nel 1936 Benny Goodman la va a sentire nel locale di Liso Alex dove Hampton si esibisce a Los Angeles, nello Stato californiano. Immediatamente lo scrittura per delle incisioni di opere discografiche e sei mesi dopo lo accoglie nella sua orchestra. Hampton diviene subito una star e nel 1938 prende parte al famoso concerto di Goodman alla Carnegie Hall, di New York City. Nel 1937 Lionel Hampton firma con la label Victor – RCA americana, sussidiaria della “Radio Corporation of America” e produce una serie di opere discografiche importanti a suo nome.
In seguito mette in atto la formazione di una sua orchestra, la prima sua vera Big Band, che resterà attiva nell’olimpo della Musica Jazz fino alla fine degli anni Novavanta. In quei primi anni Quaranta poi incide con questa nuova formazione il famoso hit “Flying Home”, al sax tenore vi era il grande Illinois Jacquet. Hampton continua su questo versante musicale adattando l’Orchestra, ma senza snaturarla, alle influenze del Be-Bop. Sotto la sua direzione passano uno alla volta jazzisti che diventeranno famosi come: Dinah Washington, Dexter Gordon, Charles Mingus, Johnny Griffin, Lucky Thompson, Fats Navarro e John Neely.
Ora ritorniamo all’artista principale del quale voglio raccontarvi la storia artistica.
Il musicista Mike Mainieri il vibrafonista, compositore è produttore discografico. Conosciuto soprattutto per la sua attività con la formazione degli Steps Ahead. È stato uno dei primi a introdurre e utilizzare il vibrafono elettrico, detto anche synth-vibe. Nello specifico questo strumento ha la possibilità di emettere suoni particolari con vari effetti sonori. Riconosciuto principalmente come vibrafonista jazz, Mainieri è anche accreditato come produttore, arrangiatore e compositore. Durante gli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta Mainieri si è esibito con artisti leggendari come Buddy Rich, Billie Holiday, Dizzy Gillespie, Coleman Hawkins e West Montgomery. All’età di vent’anni ha vinto il premio della critica della celebre rivista jazz Downbeat. Nel 1962 si è unito all’innovativo gruppo Jazz-Rock Jeremy & the Satyrs, guidato dal flautista Jeremy Steig. I The Satyrs apparvero al club di New York City A Go-Go, dove incontrarono figure importanti delle musica internazionale da Frank Zappa, Richie Havens e Jimi Hendrix.
Alla fine gigli anni Sessanta questa piccola cerchia di artisti si unì a quella che divenne nota come l’Orchestra White Elephant, formazione dal suono sperimentale e caratterizzato da solisti quali Michael Brecker, Ronny Cruber, Jon Faddis, Lew Soloff e Randy Brecker. Nel proseguio della sua attività Mike Mainieri, alla fine degli anni Settanta ha fondato il gruppo jazz musicale d’avanguardia fusion gli Steps Ahead, che comprendeva i precedenti compagni, da Michael Breacker, Steve Gadd è Ron Grolnick. La formazione degli Steps Ahead, fu un trampolino di lancio nell’orbita della musica colta di avanguardia, per i giovani talenti che avevano idee musicali nuove, e che ha dato poi spazio ad apparizioni di artisti importanti. Il vibrafonista Mike Mainieri ha progettato inoltre tante produzioni sia discografiche sia in tour con tanti musicisti di livello internazionale come Joe Henderson, Art Farmer, Dave Lieberman, Al Jarreau. David Sanborn, Marcus Miller. Joe Lovano, Jim Halle Jane Monheit.
Nella sua attività il vibrafonista americano come compositore ed esecutore ha contribuito a più di cento opere discografiche che gli hanno valso i 100 dischi d’oro e di platino, vinti durante la sua lunga carriera. Attivo nella scena del jazz internazionale da oltre cinquant’anni, Mike Mainieri occupa un posto preminente nel processo di evoluzione del vibrafono. La sua stessa carriera, fitta di collaborazioni importanti come le orchestre di Buddy Rich, Erroll Garner, Coleman Hawkins  fino alla metà degli anni Sessanta, e poi coi jazzisti moderni e legati all’elettronica, quali Larry Coryell, Randy Brecker, Jeramy Staing e Steve Gadd, racconta di uno strumentista dotato non solo di tecnica prodigiosa e fertile fantasia solistica, ma anche soprattutto di un musicista completo, che guarda molto alla composizione e all’arrangiamento, volto sempre a innovare in linguaggio tradizionale. In tale contesto va inquadrata la formazione più famosa di Mainieri, gli “Steps Ahead”, fondati nel 1981 accanto a personaggi del calibro di Michael Breacker, Eddie Gomez è Steve Gadd, un quartetto che girerà il mondo e imprimerà un svolta nella Musica Jazz di quel periodo.
A ulteriore dimostrazione di una versalità con pochi uguali, Mainieri registra in seguito progetti discografici con artisti della Musica Leggera internazionale molto diversi tra loro, come Billy Joel, Dire Straits, Paul Simon, Ben Sindram e Peter Erskine. La formazione poi con cui si presenta a Senigallia nelle Marche e completata da brillanti jazzisti italiani, tutti assai noti nell’ambiente musicale e artistico, capaci di portare il giusto contributo solistico e d’insieme ad una musica che, fin dal nome del gruppo, anticipa un messaggio di profonda unitarietà stilistica, il cui momento improvvisato non è mai disgiunto da una scrittura originale di fervida bellezza melodica; la formazione è composta da Mike Mainieri, americano ma di origine italiana al vibrafono, Sandro Gibbellini alla chitarra, Gabriele Pesaresi al contrabbasso e Carlo Berardinelli alla batteria.
Autentico virtuoso dello strumento, Mike Mainieri affianca al tipico dinamismo dei vibrafonisti una più accentuata dimensione armonica e cromatismi insoliti. Il concerto si è svolto nell’agosto del 2010, presso la Rotonda a Mare, a Senigallia, in provincia di Ancona.
Mike Mainieri continua tutt’oggi a suonare e a fare performance dal vivo e a progettare ancora i suoi lavori, alla veneranda età di ottantasei anni.
A cura di Alessandro Poletti esperto di Musica Jazz – Foto Repertorio
Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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