Sono secoli che si combattono guerre religiose e non solo che imprigionano nel piombo caldo delle bombe, dei droni invisibili, migliaia di persone: donne, bambini e uomini. Gente che muore senza sapere la motivazione, senza capire cosa scatta nella mente dei dittatori. In Medio Oriente, nella striscia di Gaza, in Palestina la situazione umanitaria è drammatica, per coloro che sopravvivono esiste poi il problema che si allarga giorno dopo giorno della fame, si della fame e di fame si muore ugualmente.

Per questo drammatico momento Stati Uniti e Regno Unito stanno cercando di mettere in atto un processo di umanizzazione del genocidio: mandano aiuti a Gaza mentre i civili vengono sepolti; mandano team medici mentre si distruggono gli ospedali – restano attualmente nove sale operatorie nell’European Hospital della Striscia, chi attende un intervento resta in fila fuori; università e media impediscono l’uso del termine genocidio”. La denuncia è di Ghassan Abu-Sittah, chirurgo palestinese negli ospedali Al-Shifa e Al Ahli Hospital, rettore della University of Glasgow, intervenuto in collegamento dalla città scozzese al panel ‘Al Valico di Rafah per Gaza: una carovana in marcia per fermare il genocidio’, durante la seconda giornata del Sabir – Festival diffuso sulle culture mediterranee, in corso a Prato.

Gaza, continua Abu-Sittah, “è diventata anche laboratorio per testare nuove armi, oltre che nuovi modi di pensare”. Il medico insiste sulle responsabilità dell’Occidente rispetto a quanto avviene oggi a Gaza. “Dopo il 7 ottobre”, dice il chirurgo, “abbiamo visto non solo Israele mettere in atto un progetto genocidiario e di morte, ma anche l’Occidente silenziare sistematicamente le voci palestinesi ma anche quelle israeliane” che criticano la guerra.

Abu-Sittah accusa ancora: “Usa, Regno Unito, Canada, Italia, Francia, Germania e Olanda assicurano bombe per uccidere, garantendo che il genocidio non sia interrotto. Ogni giorno si registrano tra i 50 e i 150 morti. Morire di fame sembra essere accettabile. Il sistema sanitario è stato distrutto, il 70% delle case distrutte e le scuole diventate rifugi per gli sfollati”.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Imagoeconomica

Il Direttore Editoriale Carlo Costantini

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