C’è stato un tempo in cui le vertenze sindacali tra i rappresentanti del personale della Polizia di Stato e i referenti dell’Amministrazione dell’Interno, con disposizioniverbali” emanate dal responsabile del Dipartimento della Pubblica Sicurezza (capo della polizia), si dovevano risolvere non utilizzando il regolamento di disciplina e/o il trasferimento di personaggi “scomodi”, ma con il ricorso alla Magistratura ordinaria.

Ho ritenuto proporre in sintesi gli articoli “Regalo di Natale” e “Fatti e Misfatti”, già pubblicati dall’organo nazionale online “Popolano.com”e in forma integrale “Il silenzio degli innocenti“. Tutti i pezzi raccontano con dovizia di particolari le volte che sono stato catapultato sul banco degli imputati. Queste spiacevoli vicende hanno procurato una notevole mole di lavoro alla Magistratura e come conseguenza naturale anche agli avvocati… Al contrario sono medaglie sul petto di uno dei tanti operatori di polizia-sindacalisti che da sempre lottano con le esigue forze a disposizione per la tutela dei più deboli.

Regalo di Natale. L’articolo racconta la storia di otto dirigenti sindacali di polizia, all’epoca facevo parte della segretaria provinciale di Forlì-Cesena, che furono querelati dal Questore nel dicembre 1998 per avere pubblicato su un giornalino interno un comunicato-denuncia dal titolo “Vergogna” relativo a un gravissimo disservizio. Dopo essere stati assolti in primo grado, con avviso di garanzia, il Pubblico Ministero chiese il rinvio a giudizio per tutti i poliziotti coinvolti con l’accusa di “diffamazione aggravata a mezzo stampa”. A fine 2011, dopo tredici (13) anni di peripezie giudiziarie il Presidente della Corte d’Appello di Bologna dichiarò di “non doversi procedere nei confronti degli imputati”. Dopo il primo documento, firmato dagli otto sindacalisti (Vergogna), quale segretario regionale dell’Emilia Romagna, nel giugno 2000 presentai un secondo documento (Il silenzio degli innocenti). Oltre a ripercorrere le fasi salienti della precedente vicenda, lo scritto aggiungeva ulteriori “mancanze” addebitabili al Questore. Come accadde per il primo atto fui querelato per lo stesso reato. Accusa che in questo caso fu “immediatamente archiviata dal GIP”.

Il silenzio degli innocenti. L’articolo è nato dopo la denuncia di gravi disagi cui sono stati sottoposti gli operatori di polizia nel compiere un delicato servizio di copertura. Di seguito alla lagnanza il Questore ha ritenuto opportuno presentare querela contro le segreterie sindacali di Forlì-Cesena per tutelare il proprio onore, a Suo dire, diffamato. Era indicata la luna, ci si è soffermati sul dito. Sconcertante. Il tutto, poi, è reso più amaro dal fatto che, proprio per quello che la deontologia professionale impone, non si sono potuti rivelare e rendere noti nei dettagli gli episodi e le circostanze che hanno portato alla protesta sindacale, anche perché si sarebbero messe a rischio le vite di diverse persone, essendo un servizio nei confronti di un collaboratore di giustizia. Non occorre però essere delle cime per capire di quale portata fosse la gravità del problema sollevato, definito giustamente “assurda odissea” da un cronista di un quotidiano locale.

Certo, per eludere il problema, il responsabile provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica ha posto l’attenzione su una filastrocca, tra l’altro simpatica, evitando di assumersi le responsabilità’ del suo comportamento. La filastrocca disonorevole alludeva a un beffardo “sonno” di quest’Amministrazione ironizzando perché chi operava su strada, non aveva certo potuto concedersi questo lusso. Si racconta che il principe di Condè dormì profondamente la notte precedente la battaglia di Rocroi: ma, in primo luogo, era molto affaticato; secondariamente aveva già dato tutte le disposizioni necessarie, e stabilito ciò che dovesse fare la mattina. Impagabile Questore! Aveva ragione: non avendo dato disposizioni, o, avendolo fatto, non curando che qualcuno dei suoi collaboratori più prossimi le mettesse in atto, non poteva emulare Luigi II nel suo riposo! E così facendosi scudo dell’obbligato “silenzio degli innocenti” è riuscito a far passare, si badi bene, un delicatissimo servizio organizzato di quaranta (40) ore consecutive come un’allegra scampagnata, riproposta anche in seguito. Quel che l’impavido giornalista ignorava è che i delicati servizi da Cesena a Roma per arrivare a Milano e ritorno, senza soluzione di continuità, sono stati più di uno. Guarda caso dopo la “lamentela” sindacale non ci sono più state simili situazioni. Quindi la protesta è stata efficace, ha colpito il bersaglio ed ha impedito che tanta “distrazione” diventasse istituzionale come una gioiosa disciplina sportiva. E comunque, terminando la cosa poteva finire qui. Invece il rancore del Questore, che a questo punto resterà per la storia “quello della filastrocca”, con la querela sporta ha coperto se stesso di ridicolo ed ha esposto in un momento delicatissimo, tutti i poliziotti al pubblico ludibrio, poiché, a giorni alterni, come in una telenovela, sono stati sbertucciati dalla stampa cittadina che, tra le tante questioni, spesso ha fatto di ogni erba un fascio. Trafitto dagli endecasillabi, il Questore ha dimenticato che, alcuni tra i suoi uomini, sono stati costretti a giocare con la loro vita per le inadempienze dell’Amministrazione che rappresenta. Non era quella del sindacato una protesta immotivata: non si faceva per i mancati auguri di Natale al personale di Cesena, che, non essendo obbligatori, coinvolgono il buon gusto che uno può non avere; o perché non c’è stata partecipazione a convegni su criminalità e territorio, poiché ciascuno è libero di aderire a ciò che più gli aggrada, ma il motivo era ed è la tutela della vita di chi opera sulla strada, che ha dignità non di bestia, ma di uomo. Per questa dignità e con lo spirito che va molto oltre il senso del dovere, i poliziotti di questa provincia, ogni giorno, incuranti dello scherno hanno continuato a essere al servizio dei Cittadini, dell’Amministrazione e della Magistratura, la quale ha dimostrato di non ritenere disonorevole il suo comportamento quanto l’ironia attuata.

Fatti e Misfatti. L’articolo più recente, ha superato le 8.600 visualizzazioni, parla di un rapporto, che oserei definire “ostile”, durato oltre un anno – tra il 2007 e il 2008 – con il Questore di Forlì-Cesena, dal quale dipendevo e con il quale ero spesso in disaccordo. Lo stesso, capziosamente, decise di denunciarmi alla Procura della Repubblica di Forlì per “rivelazione di notizie d’ufficio”. Dopo qualche mese il Pubblico Ministero, sentito il GIP, mi ha “assolto perché il fatto non costituisce reato”. Ai posteri l’ardua sentenza!

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Repertorio

Il Vice Direttore Ugo Vandelli

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