Quasi da non credere la posizione assunta del Presidente Emmanuel Macron in questo specifico periodo storico dove certe forze politiche dovrebbero meglio valutare e accettare le scelte degli elettori o meglio del popolo sovrano!
Certo che quando un Presidente si presenta ai suoi cittadini, prima nelle vesti del pugile americano Rocky Balboa e poi quale conduttore di un reparto scelto di militari francesi o della Legione straniera per combattere a fianco del collega Zelensky contro la Federazione russa, qualche pensiero lo si dovrebbe fare!
Non a caso nelle votazioni alle europee del 9 giugno ha subito una clamorosa sconfitta che lo ha spinto a sciogliere il Parlamento e a proporre le elezioni al 30 giugno, elezioni che hanno decretato, in questa prima fase, il trionfo della destra della Le Pen, in quanto gli elettori, più che mai numerosi sono andati a votare al primo turno come non accadeva da anni e anni.
Macron, che sperava in una “unione compatta a sinistra” del suo “popolo”, visto il successo ottenuto dalla destra, farneticando, si è premurato di dire che tali voti sono sporchi, maledetti e dissennati e che rappresentano un’insidia mortale per la democrazia. Le sue parole: “Quei voti sono immondizia nera e tutti i francesi e non solo devono opporsi in qualsiasi modo e forma agli stessi in nome della democrazia e della libertà“.
Altro non è che un sostanziale richiamo del popolo a contrastare con ogni mezzo la destra, difendendo a spada tratta la «Francia indomita», di monsieur Mélenchon, che lo ha superato nei consensi e con il quale fino a ieri era per lui impossibile dialogare e solo e unicamente per “salvaguardare” la democrazia dalle derive democratiche.
Insiste poi nell’affermare: “Chi vota non sa quello che fa. Non ti puoi mai fidare dell’elettore qualunque. È così che tutti quelli che si sentono veri democratici cominciano a ripetere che anche Hitler è in qualche modo figlio di una democrazia dissennata, come se questa Francia fosse Weimar“.
Tali parole non creano certo positività, anzi sembrano cercare reazioni di odio e di violenza e viene da chiedersi: “Ma Bardella è come Hitler? Il Rassemblement National è nazista?“. Se fosse così veramente era meglio evitare le elezioni e non rischiare salvo invece considerare il partito della Le Pen quale partito di pura opposizione mettendo in chiaro che i reazionari possono non piacere ma che non rappresentano un pericolo per la democrazia. Non a caso Bardella si sta adoperando con tutte le sue forze per portare i «lepenisti» fuori dai loro lati “bui” della politica, infatti il suo “movimento” non è certo orientato verso l’estrema destra. Macron, da parte sua, cerca di osteggiarlo sottoscrivendo un accordo con Mélenchon che invece protende dall’altra parte, oltre essere un dichiarato sostenitore di Putin e non nasconde pensieri ben definiti.
Non ci resta che aspettare i risultati della prossima domenica 7 luglio per scoprire la o le verità!
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto Imagoeconomica
Editorialista Pier Luigi Cignoli

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