(da “IL GIORNALE” Storia i Francesca Galici)

Pur non condividendo le immagini e il “modus operandi” della Magistratura ungherese, prospettate nella giornata di ieri e che hanno creato un vero “scandalo” internazionale,  dopo aver letto l’articolo pubblicato da “il Giornale” a cura di Francesca Galici, in merito a Ilaria Salis, ho ritenuto opportuno riprenderne alcuni “passaggi” che credo possano portare un minimo di chiarezza in merito ai fatti successi in Ungheria.

Ilaria Salis, ora 39nne, nel 2003, fondò a Monza, il “Centro Sociale Boccaccio”, un centro noto sia agli anarchici sia alla sinistra, dove prevalgono ideologie antifasciste, anticapitaliste a antimilitariste!

Le sue attività: insegnante alle scuole elementari di Monza e dichiaratasi “attivista politica antifascista”.

Attualmente è reclusa in un carcere di Budapest, accusata di aver partecipato ad alcune azioni antifasciste nel febbraio del 2023 (nei giorni tra il 9 e il 12). Sembra inoltre che il giorno in cui fu arrestata avesse in tasca un manganello retrattile!

Ritornando alle sue attività in Italia si ricordano:

  1. Le intimidazioni rivolte al CAI, che sfrattò il Centro sociale dalla Stadio San Mauro: “Dovrete blindare le vostre presentazioni pubbliche, le vostre inaugurazioni e tutte le occasioni in cui cercherete di creare consenso intorno a questo progetto, perché noi saremo lì.”
  2. La manifestazione di ottobre 2023, dopo l’invasione di Hamas nei confronti di Israele e la posizione assunta dal Centro Sociale fondato da Ilaria Salis, che dichiarò: “Intifada fino alla vittoria! Con il popolo palestinese contro l’oppressione di Israele”.
  3. Lo scorso dicembre in cui i suoi “seguaci” (anche se lei assente in quanto reclusa in Ungheria) festeggiarono il ventennale della “fondazione” del Centro Sociale invadendo strade e piazze, sporcando e imbrattando muri e vetrine e scandendo slogan contri il Sindaco e contro il Governo Meloni. da non dimenticare le scritte: “Ruba tutto, ruba ai ricchi” e a cui si aggiunge il messaggio,  a seguito dello sgombero della sede: “Voi ci sgomberate e noi siamo ancora qua. Occupiamo quando vogliamo. Noi rimaniamo qua, è nostra questa città. La Foa Boccaccio non ha paura.” 

Anche se l’intervento della Farnesina, di Tajani, di Nordio e la telefonata della Premier Giorgia Meloni  al Presidente Orbán, nei confronti della nostra concittadina, sono certamente atti dovuti, come chiedere il supporto della Comunità Europea in merito al suo trattamento “disumano”, era comunque, a mio avviso, doveroso fare una breve sintesi della sua storia italiana!

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto Imagoeconomica

 

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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