Ilaria Salis
L’antifascismo è una responsabilità collettiva” e “Il sistema delle carceri è superato”
L’Europarlamentare (Avs), Ilaria Salis, per dare corso al suo “tour”, che decolla da Milano, si è subito premurata di affermare: “Dall’abolizione delle carceri, macchina concepita per annientare l’essere umano, all’antifascismo è sempre e comunque una lotta da condurre contro quelli che oggi si chiamano sovranisti, un altro nome che si sono dati per ripulirsi“.
Compagno di viaggio il fumettista Michele Rech, in arte Zerocalcare, che aveva seguito con particolare attenzione il processo della Salis accusata di aver manganellato alcuni neonazisti a Budapest.
Su tale evento la Salis aveva dichiarato: “Sono stata sbattuta in galera con l’accusa di violenza contro membri di una comunità, un reato in Ungheria pensato per contrastare i crimini di odio razziali. Come se i nazisti fossero una minoranza da tutelare”. Trattasi di un “vero paradosso”. “Andai a Budapest per combattere contro i neofascisti così come sarei andata da qualunque altra parte, visto che l’antifascismo “per noi compagni” non deve essere solo una commemorazione storica come fa spesso la sinistra istituzionale“.
Zerocalcare affronta il problema partendo dall’egemonia culturale, ritenendola una “fissa della destra” affermando: “Tale fissa è legata al fatto che quel mondo post fascista, che ha prodotto scrittori e gruppi musicali, è rimasto in cantina e in panchina, così come dall’altra parte non è che è stato fatto qualcosa di diverso. Non hanno mai prodotto nessun immaginario di sinistra e hanno creato insofferenza verso un mondo che sembra elitario“.
Non contento del suo soliloquio ha aggiunto, in merito alle carceri: “20 anni di anti-berlusconismo hanno fatto un sacco di danni. A forza di parlare di carcere solo per dire che Berlusconi doveva andare in galera lo hanno fatto diventare uno strumento di rivalsa“.
La Salis, legata a sue personali convinzioni, pensa ad una società senza carceri ed evitando di risponder ad una specifica domanda sull’occupazione (argomento da Lei sempre più che difeso) ribadisce: “La società si deve assumere la responsabilità di oltre 60 suicidi da inizio anno in carcere e dove la maggior parte delle persone sono lì per reati di piccola entità, perché magari rubano per sopravvivere“. Parole che derivano dalle visite effettuate recentemente presso le carceri del Paese.
Secondo il suo dire “rubare per sopravvivere diventa un diritto e non un reato perseguibile“.
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 
Editorialista Pier Luigi Cignoli

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