ABDEL FATTAH AL-SISI PRESIDENTE EGITTO Kirill Zykov / Photohost agency brics-russia2024.ru
Come riportato sul quotidiano “Il Giornale“, in un articolo di Cristina Bassi, il Presidente egiziano “Al SISI” ha chiesto perentoriamente al nostro governo di avere una nota e certezze sull’incidente che ha causato la morte del 19nne Ramy El- Gamal, nella città di Milano. La sua richiesta, tra l’altro, è apparsa anche in inglese sul sito del Sis-State, dove in modo eclatante si è parlato di tale evento!
Appena giunta la notizia della morte del giovane egiziano, il ministro Badr Abdelatty ha immediatamente dato indicazioni al Consolato generale egiziano a Milano di coordinarsi con le autorità italiane per chiarire le circostanze della morte e avere un report completo dalle autorità competenti.
Il nostro Governo oltre a fare de dovute condoglianze alla famiglia di Ramy ha motivato che la causa della morte è dovuta al fatto che lo scooter su cui viaggiava il giovane con un suo amico non si è fermato al posto di blocco dei Carabinieri che, per regolamento, hanno dovuto procedere all’inseguimento dei fuggitivi. Inoltre è stato riferito: “L’Italia è la casa della più grande comunità egiziana d’Europa, con oltre 600mila egiziani. Milano ospita la concentrazione maggiore, seguita da Roma e Torino“.
Giovedì scorso nell’intervista a “Diritto e Rovescio” su Rete4, la fidanzata di Ramy, Neda Khale, ha dichiarato: “Milano è come una giungla, non sai cosa ti aspetta, devi sopravvivere, o vivi tu o vivo io. È così purtroppo. Ramy portava sempre un coltello per difendersi. Un paio di annetti fa si era preso con dei ragazzi che lo stavano disturbando e uno aveva tirato fuori un coltellino e lo aveva ferito alla schiena. Da lì a lui era venuta la paranoia; ti devi difendere. Quando ha preso lo spray al peperoncino per sé stesso, l’ha preso anche per sua madre e per me. Il coltello ce l’ho anche io, sono una ragazza, peso venti chili, sono piccola, come mi difendo? Ho anche paura ad usarlo, ho paura di fare male a un’altra persona, ma è così che si vive qua, sono i quartieri di Milano. In quanto ai soldi che Ramy aveva in tasca sono sicura che li avevano divisi, la movida a Milano costa tanto. Erano soldi del suo stipendio messi da parte ma sicuramente non erano tutti suoi i mille euro, saranno stati divisi tra i ragazzi per fare serata”.
La Procura la prossima settimana affiderà l’incarico a un esperto al fine di chiarire la dinamica effettiva dell’incidente per appurare se, come affermato da un “testimone”, ci sia stato o meno un contatto tra l’auto dei Carabinieri e lo scooter dei fuggitivi e se c’è del vero sul fatto che tale “testimone” ha affermato che i Carabinieri gli hanno fatto cancellare dal telefonino il video probante l’impatto.
Meglio non commentare su tale episodio, fatto tra l’altro da un testimone di parte e inoltre auguriamoci che il nostro Governo non scenda a compromessi di alcun genere con uno Stato che, tramite i suoi servizi segreti, ha assassinato vergognosamente e senza pietà in “nostro” Giulio Regeni: nessuna collaborazione e nessuna notizia fino a chiusura indagini.
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 
Editorialista Pier Luigi Cignoli

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