LAM MAGOK
La “diatriba” continua e la sinistra ci sguazza alla grande, un’occasione da sfruttare, un mezzo per vomitare sul Governo e sulla Premier Meloni.
Come evidenziato da “Il Giornale” nello scritto di W. Zanellato, Lam Magok, vittima e testimone delle torture del Comandante della polizia giudiziaria libica Osama Almasri, a seguito della denuncia contro l’esecutivo per “favoreggiamento” nel reato di tortura e dopo le continue “boutade” rivolte alla Premier Giorgia Meloni, torna ovviamente alla ribalta.
Lam Magok, continua nella sua scelta vittimistica e presente a La7, inevitabile proseguo della sua azione, opportunamente stimolato e indirizzato da Massimo Gramellini, lanciala sua nuova accusa, assai pesante e non facile da dimostrare, ma che fa buon gioco sulla pubblica opinione, soprattutto quella di matrice sinistroide: “Lo hanno mandato a uccidere altri bambini”.
Un vero e propri attacco vile e ingiustificato al nostro Governo e a alla sua Premier destinatario di questo attacco sconsiderato è ovviamente il governo guidato da Giorgia Meloni, finalizzato a portare i Ministri coinvolti sul banco degli imputati.
Gramellini insiste e chiede: “Che idea ti sei fatto di Almasri come persona?“, e Magok, che ben conosce le regole di questo “gioco politico” replica nell’immediatezza: “Un uomo senza pietà, razzista e contro il cristianesimo. Un uomo pericoloso che doveva essere incriminato per i suoi crimini, rimandarlo in Libia è un modo per dargli potere per andare ad ammazzare bambini e donne”.
Per la cronaca non è la prima volta che “tale sudanese” attacca, anche per vie legali, il nostro Governo, ben conscio che la sua parola in qualità di denunciate o di collaboratore di giustizia ha un peso non indifferente presso la magistratura.
Sfruttando tale “privilegio” afferma nella sua denuncia che l’esecutivo avrebbe “vanificato” la possibilità di ottenere giustizia sia per tutte le persone, come lui, sopravvissute alle violenze del generale libico, sia per coloro che ha ucciso, sia per coloro che continueranno a subire torture e abusi per sua mano o sotto il suo potere.
In chiusura del suo show a La7 ha sottolineato: “Il silenzio del ministro Nordio è stato chiaramente funzionale alla liberazione di Almasri“.
E’ giusto ricordare per la cronaca il dubbio sul comportamento inusuale applicato dalla Corte Penale internazionale de l’Aia in merito alla “voluta” tardiva comunicazione del mandato di arresto internazionale nei confronti del Generale libico, stranamente emesso solo dopo la sua partenza per l’Italia, dopo che aveva liberante girato per alti Stati membri della UE e di cui ancora non ha dato chiarimento alcuno, tanto che il Presidente USA Trump e altri Stati, Italia compresa ne contestano l’autorità. Atto dovuto!
a cura di Pier Luigi Cignoli – Foto Imagoeconomica
Editorialista Pier Luigi Cignoli

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