28 NOVEMBRE 2024 – Ci sono frasi che restano nel cuore e nella mente e che mai potremo dimenticare sia nel bene che nel male!
Dopo l’arringa a difesa del loro assistito, Filippo Turetta, l’assassino di Giulia Cecchettin, gli Avvocati difensori, Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, si sono sentiti in dovere di replicare alle parole di sconforto e di disagio del padre di Giulia, attraverso “Ansa“, in merito al fatto che pur essendo l’imputato accusato di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione, dall’efferatezza, dallo stalking, dal sequestro di persona, dalla detenzione d’armi e occultamento di cadavere, hanno cercato di smontare buona parte di tali accuse.
“Come difensori siamo assolutamente certi di non aver travalicato in alcun modo i limiti della continenza espressiva e di non aver mancato di rispetto a nessuno. Abbiamo solo svolto il nostro dovere in uno Stato di diritto”.
Non ritengo e non voglio entrare nel merito e nei contenuti del loro dire, sono pagati per fare il loro “mestiere” e devono, nel suo svolgimento, dare il massimo della loro professionalità e competenza e, anche se l’art. 21 della Costituzione prevede la libertà di parola e di stampa, è meglio evitare di addentrarsi in u campo che purtroppo oggi è condizionato principalmente dalla politica.
Ritorno a suggerire che in tali processi dovrebbe essere presente una “vera giuria popolare” che, a parte gli Avvocati, difensori e accusatori, esprima un VERDETTO ponderato.
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica