La Russia minaccia di bloccare le forniture di gas all’Europa se i pagamenti non inizieranno ad essere effettuati in rubli. Ma la chiusura dei rubinetti non è l’unica “arma” economica che Vladimir Putin pensa di usare contro i Paesi “ostili”, responsabili delle gravi sanzioni imposte a Mosca per l’invasione dell’Ucraina. In mano al Cremlino c’è anche la leva del blocco dell’export del grano, di cui la Russia è uno dei principali produttori al mondo.
“Venderemo cibo e prodotti agricoli solo ai Paesi amici. Fortunatamente ne abbiamo molti, e non sono in Europa e Nord America. Non forniremo invece i nostri prodotti agricoli ai nostri nemici, da cui non compreremo nulla”, ha dichiarato Medvedev.
Ad anticipare giorni fa la nuova minaccia di Putin era stato il primo ministro ucraino Denys Shmyhal che in un discorso in tv aveva affermato che il Cremlino punterebbe a “provocare una crisi alimentare globale” bloccando l’export dei propri prodotti agricoli. Parte di questa strategia consisterebbe anche nel bloccare le esportazioni di Kiev.
Per quanto riguarda l’Italia, il blocco russo avrebbe un impatto limitato. Dalla Russia, secondo stime di Coldiretti, arriva appena il 2,3% del totale del grano importato dall’estero. Più impattante sarebbe lo stop delle forniture dall’Ucraina. Per l’importazione di grano i Paesi dell’Unione europea hanno sempre fatto affidamento più sull’Ucraina che sulla Russia. Con la guerra, spiega Coldiretti, verrà praticamente dimezzata la semina primaverile in Ucraina, con una riduzione consistente quindi della quantità di grano disponibile.
A cura di Renato Lolli – Foto Imagoeconomica