La condanna della Fifa a Marco Curto calciatore in prestito al Cesena, ex Como rimbomba nel mondo del calcio come la leggenda del secolo.

La corte federale, (come fossimo ad una condanna americana con tanto di testimoni acciecati dall’odio razziale) sentenzia dopo aver battuto il martello di legno: A CURTO 10 GIORNATE DI SQUALIFICHE CHE POTRANNO SCENDERE A 5 CON GLI AFFIDAMENTI IN PROVA DI BUON COMPORTAMENTO… D’accordo, bene, così è deciso. All right, good, it’s settled.

La condanna inflitta al difensore bianconero si legge nel fascicolo: “comportamento inappropriato e discriminatorio con epiteti razzisti” nei confronti del sudcoreano Hee-Chan Hwang durante una partita amichevole a Marbella contro il Wolverhampton.

Nel corso della partita, secondo le accuse, Curto rivolgendosi ai compagni di squadra avrebbe insultato Hwang tanto da scatenare un parapiglia in campo con un: “Non starlo a sentire. Si sente Jackie Chan“, ricorderete attore e regista di arti marziali.

Premesso che Curto avrebbe detto a un suo  compagno e non al diretto interessato: Ignoralo, si sente Jackie Chan”, voglio capire fino in fondo cosa c’entra il razzismo.

Chi ha vissuto periodi nefasti di grandi umiliazioni sociali piuttosto sono stati gli afro-americani che solo grazie ad un grande uomo come Nelson Mandela hanno ottenuto i loro diritti, anche quello di salire in un autobus e sedersi al fianco del guidatore.

In questo specifico caso penso che la FIFA, la federazione internazionale del calcio, avendo sede a Zurigo ha preso una decisione con troppa cioccolata amara.

Il Direttore editoriale Caro Costantini – Foto Luigi Rega

Il Direttore Editoriale Carlo Costantini

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