SENZA CATENE PRESIDIO PER ILARIA SALIS DETENUTA IN UNGHERIA ORGANIZZATA DAI SENTINELLI PROTESTA MANIFESTAZIONE STRISCIONE RIPORTIAMO A CASA ILARIA SALIS BANDIERA BANDIERE
Roberto Salis, il padre di Ilaria, con la sua pressante presenza, nella “più che comprensibile” difesa della figlia ha trasformato suo malgrado il “caso” in un fatto “politco”  e pertanto è difficile accettare i suoi commenti, le sue repliche a risposte “politiche” a quanto accaduto e a quanto dichiarato dal portavoce del Governo ungherese Zoltan Kovacs che su X ha postato il suo commento non certamente positivo:

 “L’Ungheria difenderà la reputazione della propria magistratura. Ilaria Salis non è un’eroina. Lei e i suoi ‘compagni’ sono venuti in Ungheria e hanno commesso aggressioni barbare e premeditate contro cittadini ungheresi. Suo padre farebbe forse bene a riflettere su come sua figlia si sia trovata in un incidente del genere ancora una volta, perché questo caso non è senza precedenti; la signora in questione è stata coinvolta in incidenti simili in passato. E non dimentichiamo, in effetti, che dovremmo sottolineare che il crimine è estremamente grave e prevede allo stesso modo sentenze severe in base al sistema legale ungherese“. 

Per la cronaca ricordiamo che per tale “evento” sono intervenuti a tutela della Salis sia La Premier Giorgia Meloni sia il Presidente della Repubblica Sergi Mattarella a seguito delle pressioni del padre e di una “pec” inviata al Quirinale dopo i domiciliari negati alla figlia e al suo l’ingresso in Tribunale incatenata come una “criminale”. Ilaria Salis, 39enne, attivista e antifascista, fondatrice del Centro Sociale Boccaccio, è detenuta dall’11 febbraio 2023 a Budapest, in Ungheria, con l’accusa di aver aggredito due giovani di destra a febbraio 2023.

I Magistrati ungheresi ritengono che la “presunta colpevole” cittadina italiana sia una delle persone dal volto coperto che ha manganellato due attivisti di destra. Il filmato però non evidenzia con chiarezza la Salis, arrestata non in flagranza di reato ma mentre era su un taxi con due attivisti tedeschi di sinistra, uno dei quali però, rientrato in Germania, è stato processato e condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione. In base alle leggi ungheresi la Salis rischia fino a 24 anni di detenzione.

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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