Negli anni novanta un noto quotidiano sportivo riportava una nota da parte del futuro segretario generale della Fifa, Joseph Blatter, che prevedeva una sostanziale novità, da inserire nel regolamento, in via di definizione. Nel concreto il divieto da parte dei giocatori di passare la palla al proprio portiere. La nuova misura voleva accentuare il pressing offensivo, eliminando la cosiddetta melina. Seguirono accesi dibattiti e la norma fu limata: passaggio consentito, ma con una limitazione, il portiere avrebbe potuto giocare il pallone soltanto con i piedi. Se avesse raccolto la palla con le mani, sarebbe stata fischiata una punizione contro.

Ovviamente la nuova regola creò non pochi problemi e polemiche iniziali, finché cominciarono ad apparire in campo dei numeri uno sempre più preparati nel muovere la palla con i piedi, a livello di attaccanti di ruolo. Una metamorfosi con adattamento tecnico-strategico. Nacque così la costruzione dell’azione che partiva dal basso, il palleggio continuo nella propria area di pertinenza, il portiere come regista del gioco. Di fatto riaffiorò il ritorno della melina evocata da Blatter, anche se con le più buone intenzioni proiettate al futuro: attrarre gli avversari, liberare gli spazi alle loro spalle per poi riempirli con attacchi rapidi e verticali.

Con Pep Guardiola, la costruzione partendo dal portiere è diventata una moda, qualcosa che faceva tendenza e da seguire. Da qualche tempo il tecnico del City è andato oltre e fa molto di più. Infatti, Guardiola è sempre avanti rispetto ai tanti “copisti”. Oggi alla Fifa, il presidente Gianni Infantino con i suoi collaboratori, s’interrogano su come ravvivare ulteriormente il gioco per renderlo maggiormente frenetico e interessante. È risaputo che i giovani di questo millennio si annoiano alle partite dal vivo o su video e non sono disposti ad assistere a minuti statici e perdite di tempo tra un passaggio e l’altro, vogliono la velocità così com’è nella loro indole di navigatori sui social.

A loro servono scosse ed emozioni continue. L’ente deputato alle variazioni del regolamento ha quindi autorizzato la sperimentazione della norma che vieterà al portiere di trattenere con le mani il pallone per più di otto secondi, pena la concessione agli avversari di un corner o di una rimessa laterale all’altezza dell’area. Una svolta che ci fa tornare ai giorni della nostra infanzia quando all’oratorio o negli spazi offerti dalle città in crescita si correva senza perdere tempo tra una rimessa e l’altra. Sarebbe fantastico e utile allo spettacolo questo ritorno al passato.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Repertorio

Il Vice Direttore Ugo Vandelli

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