Ogni anno il 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria per ricordare le vittime dell’Olocausto. Uno sterminio perpetrato dalla Germania nazista nei confronti delle persone considerate “indesiderabili”: i morti furono circa 15 milioni, fra cui sei milioni di ebrei. Sono tante le testimonianze di chi è sopravvissuto o di chi ha raccontato la realtà di quei giorni ma poi è stato ucciso barbaramente per quella ed unica ideologia della negazione alla persona, o ancora di chi ha analizzato l’orrore dell’Olocausto nei decenni successivi con voce tremante, oppure attraverso fotografie che non lasciano respirare.
Molte volte mi sono chiesto dove era Dio davanti a tanta atrocità rivolta a donne, uomini, bambini puri, innocenti che non hanno mai potuto sognare un solo secondo della loro vita. Sono totalmente d’accordo con le parole di Primo Levi, quando entrò per la prima volta a Auschwitz :”Devo dire che l’esperienza di Auschwitz è stata tale per me da spazzare qualsiasi resto di educazione religiosa che pure ho avuto. […] C’è Auschwitz, quindi non può esserci Dio. Non trovo una soluzione al dilemma. La cerco, ma non la trovo… Sarà bene ricordare a chi non sa, ed a chi preferisce dimenticare, che l’Olocausto si è esteso anche all’Italia, benché la guerra volgesse ormai alla fine, e benché la massima parte del popolo italiano si sia mostrata immune al veleno razzista“.

Oggi dobbiamo ricordare tutti di questo testamento che ci ha lasciato Levi e tenere sempre conservata in noi la memoria perché è necessaria, dobbiamo ricordare perché le cose che si dimenticano possono ritornare. E vorrei chiudere questo pezzo tinto di nero con ciò che scrisse Anna Frank: È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo.
Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Imagoeconomica