PAPA GIOVANNI PAOLO II KAROL WOJTYLA

Sono già passati inesorabilmente vent’anni dalla morte di San Giovanni Paolo II: era il 2 aprile 2005.

Karol Wojtyla è stato il primo Pontefice non italiano dopo quasi 500 anni e il suo motto apostolico, Totus Tuus, Tutto tuo, era rivolto a quella Madonna di cui si dichiarò molto devoto fin dalle prime parole pronunciate dopo l’elezione (il 16 ottobre 1978). La Vergine Maria era la sua bussola, il suo faro.

Alla Madonna di Fatima, ad esempio, donò il proiettile che lo ferì il 13 maggio 1981, in occasione del clamoroso attentato di Alì Ağca in piazza San Pietro, ancora incastonato nella corona della Vergine portoghese.

Karol Wojtyla è stato tante cose: un Papa conservatore nella dottrina ma al tempo stesso rivoluzionario, che ha cambiato il mondo, contribuendo in modo decisivo al crollo delle dittature comuniste, a cominciare da quella nella sua amatissima Polonia e fino alla caduta del Muro di Berlino. Un passato da attore, vicino alla popolazione ebraica perseguitata dal nazismo, esponente di quella “Chiesa del silenzio” che resistette sotto i regimi sovietici dell’est Europa.

E poi “giovane” cardinale scelto dal Conclave del 1978 (l’anno dei tre Papi): in quella sera d’autunno di 47 anni fa, Karol Wojtyla stupì il mondo con un approccio sicuro ma affabile, conquistando subito il cuore dei fedeli italiani con quel “Se mi sbaglio mi corrigerete” entrato nella memoria collettiva di un popolo e di una città.

A cura di Elisabetta Turci – Foto ImagoEconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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