Quali sono i possibili scenari in materia di razionalizzazione dell’intero apparato dì sicurezza? Partendo dalla mancata attuazione della Legge 121/81, passando ai possibili contesti di ristrutturazione dell’intero Comparto Sicurezza, per finire alla luce della mutata situazione internazionale.

L’indignazione pubblica successiva alle manganellatealle cariche e ai numerosi cortei di protesta di giovani studenti non ha prodotto, se non in sparuti casi, circoscritti ad alcuni gruppi molto organizzati, una vera e propria rivendicazione per dotarsi di metodi di controllo della protesta idonea a una democrazia matura come la nostra.

La peculiarità del nostro sistema di sicurezza deriva dalla presenza sul territorio italiano di corpi a ordinamento militare – quali l’Arma dei Carabinieri (nella quale è confluita la Forestale) e la Guardia di Finanza, inoltre corpi a ordinamento civile, quali la Polizia di Stato e la Polizia Penitenziaria. Per dovere di cronaca è necessario ricordare che anche nell’organizzazione francese la sicurezza è garantita dalla Polizia Nazionale e dalla Gendarmeria, corpo a ordinamento militare.

Il problema italiano non consiste, quindi, nella convivenza di questi due modelli di polizia. La principale criticità risiede in primis nel tipo di addestramento che è impartito a un personale di tipo militare impiegato in funzioni di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica dei cittadini. Diverse regole d’ingaggio, diversi rapporti con la cittadinanza e una diversa percezione del proprio ruolo dovrebbero differenziare i militari dai poliziotti.

Invece, c’è il rischio di generare una vera e propria crisi d’identità negli appartenenti, con pericolose ripercussioni sul comportamento delle forze dell’ordine. Il continuo ricorso a contingenti e aliquote dell’esercito nel controllo del territorio e degli obiettivi sensibili sembra dare conferma di questa errata sovrapposizione tra la sfera militare e l’apparato di polizia, destinando alle varie questure personale che non è dotato dell’addestramento necessario e di un equipaggiamento idoneo allo scopo.

Episodi come il G8 di Genova, il “massacro” alla scuola Diaz e molti altri casi di abuso di potere che si sono susseguiti nel corso degli anni ci dovrebbe insegnare che questa proliferazione di centri di potere e una mancata assegnazione di compiti precisi da parte del legislatore a ciascun’agenzia addetta alla sicurezza, sono alibi per delinquenti che sporcano la divisa con il loro comportamento.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Redazione

Il Vice Direttore Ugo Vandelli

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