C’era una volta un valoroso cavaliere che aveva al suo fianco uno scudiero leale e coraggioso. Insieme si imbarcarono in numerose avventure, affrontando tremendi avversari e salvando la loro squadra da ogni tipo di pericolo.

Il cavaliere era un abile combattente, audace e coraggioso, sempre pronto a difendere la palla dagli arcigni difensori avversari e a combattere per la vittoria. Lo scudiero, invece, era il suo fidato compagno granitico, sempre pronto a fornire supporto e aiuto in ogni situazione.

La loro amicizia era profonda e sincera, basata sulla fiducia reciproca e sull’ammirazione per le virtù dell’altro. Insieme affrontavano le avversità con coraggio e determinazione, senza mai arrendersi di fronte alle difficoltà.

Grazie alla loro unità e alla loro determinazione, il cavaliere e lo scudiero, con l’aiuto dei compagni di viaggio e del mister, riuscirono a superare ogni ostacolo e a vincere ogni nemico che si frapponeva al loro cammino verso la conquista dello scudetto. Alla fine delle loro avventure, divennero leggenda, ricordati per sempre come i due eroi che guidarono una vera missione impossibile.

E così il cavaliere e il suo scudiero continuarono a combattere fianco a fianco, pronti a difendere il regno e a proteggere coloro che avevano bisogno del loro aiuto. La loro amicizia e la loro lealtà restarono indelebili nel tempo, un esempio di coraggio e determinazione per le generazioni calcistiche future.

Quando parliamo di “stopper” nel calcio, ci si riferisce a un difensore centrale che si occupa principalmente di fermare gli attaccanti avversari e contrastare le azioni offensive avversarie. È un ruolo fondamentale nella difesa di una squadra e richiede capacità di marcatura, letture tattiche e un buon senso della posizione in campo. Lo stopper, oggi viene chiamato difensore centrale o difensore di centrocampo.

Se invece parliamo di “bomber“, descriviamo un attaccante prolifico e abile nel segnare gol. I bomber sono spesso considerati i giocatori più importanti di una squadra in quanto sono in grado di cambiare il corso di una partita con la loro capacità di finalizzazione. Il termine è spesso associato a giocatori come Cristiano Ronaldo, Lionel Messi e Robert Lewandowski, che sono noti per la loro precisione davanti alla porta, ma negli anni in cui le partite si sentivano alla radio o, tuttalpiù, si vedeva in bianco e nero, quel termine sarebbe stato perfetto per Luigi “GigiRiva.

Comunardo Niccolai è stato un calciatore italiano che ha giocato nel Cagliari negli anni ’70, contribuendo alla vittoria del Campionato nel 1970. Era un difensore robusto e tenace, che ha giocato un ruolo fondamentale nella squadra del Cagliari durante quel periodo. La vittoria del Campionato nel 1970 è stata un risultato storico per il club sardo, e Niccolai è stato uno dei protagonisti di quella stagione indimenticabile.

Il destino ha voluto che a distanza di 5 mesi e 11 giorni dalla morte del suo “cavaliere”, anche il fedele “scudiero” si è fuso con l’infinito. Chi considera l’importanza dei numeri nella vita di un individuo, si renderà immediatamente conto che i due numeri sono esattamente quelli che Comunardo Niccolai e Gigi Riva aveva stampati sulle proprie casacche. Buon sonno, guerriero di mille battaglie. E per sfatare il mito che vedeva Niccolai il “re degli autogol”, andatevi a leggere la speciale classifica del sito specializzato Transfermarkt e vi accorgerete che al primo posto con 8 autoreti ci sono Riccardo Ferri (Inter) e il mito Franco Baresi (Milan), mentre lo “scudiero” si ferma al 22° posto con 5 autogol, guarda caso proprio il numero della sua casacca.

A cura di Marco Benazzi editorialista – Foto Enrico Locci

Editorialista Marco Benazzi

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