Certo il Cesena non ha Lukaku un attaccante esplosivo come il Vesuvio, o il Conte della serie A, deve accontentarsi di Van Hooijdonk che per ora gioca come un mulino al vento quando gli si dà la possibilità di scendere in campo come titolare.
Ma al di là del cappello iniziale all’Arechi ho visto una partita da Halloween, squadre senza la zucca, l’anti calcio, una disperazione tattica che Gianni Brera avrebbe nominato: “BONARDA” ubriacatura generale da una parte e dall’altra. Per alzare il gioco (mai in profondità) si sono viste azioni orizzontali alla ricerca della via Lattea, in alcuni tratti dell’incontro che perduravano all’infinito da destra a sinistra e viceversa. Mai un tocco di gusto per riscaldare il cuore.
Il turnover di Mignani, nonostante gli impegni ravvicinati, non me lo so spiegare contro la Salernitana. Non l’avrebbe fatto nemmeno il Milan contro il Genoa.
Al gol di Verde e la protezione della Dea Bendata sui bianconeri ha poi risposto Tavsan con un “coriandolo stregato” all’incrocio.
Dice un detto che le cose peggiorano sempre prima di migliorare e così è stato quando il Cesena ha giocato per 50 minuti in superiorità numerica senza racimolare brustolini, nonostante l’ingresso in campo di Saber (un Puffo come Francesconi), Adamo (una trottola), Antonucci (spiritato), SHPENDINHO (nervoso).
In parte la partita è decaduta per demeriti anche di chi mi ha fatto cadere la “Scatena”, un arbitro da luna Park, che andrebbe esonerato dalla Federazione per un errore pazzesco che va contro l’articolo uno. Senza considerare il triplice fischio da uomo “mascherato” quando i romagnoli erano in grado di strappare una vittoria a lume di candela.
Fortunatamente Halloween termina prima dell’arrivo del Südtirol e di ragnatele sono stufo.
Gli onori sono per il sosia di Paolo Maldini, quel Pieraccini che merita più minutaggi e rispetto.
Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Luigi Rega
