George Duke è stato un innovatore musicale, un creatore e un mentore per molti. La sua vita immersa nella musica come artista discografico è vasta, da Cannonball Adderly a Jean-Luc Ponty, da Frank Zappa, a Michael Jackson, a oltre quaranta registrazioni come solista. In parole povere, George Duke ha cambiato per sempre il panorama del jazz, del Rhythm’s and Blues, del Funky, della Musica Leggera e della Musica Classica.
Per oltre nove anni, il pianista americano è stato co-direttore musicale della Symphonic Jazz Orchestra. Durante il suo mandato, il pianista è apparso in numerosi concerti benefici come solista della grande orchestra sinfonica e nel 2011 ha composto per il contrabbassista solista Christian McBride un nuovo concerto con la grande formazione musicale. Il progetto ha raccolto i fondi attraverso una campagna di Crowd Sourcing su Indiegogo per: la registrazione del “Basso Concerto” di George Duke per il contrabbassista Christian McBride è la Symphonic Jazz Orchestra, composta da sessantasette elementi.
George Duke nacque il 13 gennaio del 1946 a San Rafael, nello Stato della California, Stati Uniti. Duke crebbe a Morin City, una zona operaia della contea di Morin. Dopo che sua madre portò il ragazzo a vedere un concerto del pianista Duke Ellington, iniziò a studiare il pianoforte e ad assorbire le radici della Musica Nera nella chiesa battista locale. George Duke frequentò la Tomalpais High School a Mill Valley. All’età di sedici anni, Duke suonava con diversi gruppi Jazz delle scuole superiori. Conseguì la laurea triennale in musica al Conservatorio di Musica della città di San Francisco, in California; specializzandosi in trombone e composizione, con una vena per il contrabbasso.
Ottenne poi la laurea magistrale con composizione alla San Francisco State University. Il pianista catturò per la prima volta l’attenzione del mondo della Musica Jazz con la prima collaborazione con il violinista francese Jean-Luc Ponty Experience, con il George Duke Trio. Nei primi anni Settanta, il pianista divenne noto per il suo lavoro da solista e per le sue collaborazioni con altri grandi musicisti, in particolare l’itali-americano Frank Zappa, con cui ha collaborato spesso, il pianista americano si unì poi al grande veterano de sassofono, Julian “Cannonball” Adderly nel 1971. Attraverso lui, gli fu dato l’opportunità di incontrare e lavorare con grandi artisti da Nancy Willson, Joe Williams, Dizzy Gillespie, Stanley Clarke, Glora Purim e Airto Moreira. Nel 1973, il pianista si unì di nuovo a Frank Zappa e portò con sé il violinista francese Jean-Luc Ponty. Questa esperienza nella formazione del chitarrista italo-americano lo fece rimanere insieme per i successivi tre anni, finché George Duke non se ne andò per unire le forze, con il batterista Billy Cobham. Nel 1976, il musicista americano divenne un artista solista e ottenne il successo con una serie di long playing orientati alla Fusion come “From Me To You”.
Nel 1978, l’opera discografica Funk Heavy. “Reach For It” divenne disco d’oro e lo spinse in cima alle classifiche musicali. Un anno dopo, un altro progetto lo vede con la sua produzione: “A Brazilian Love Affair”. Più o meno nello stesso periodo, George Duke decise di iniziare una carriera questa volta nella produzione musicale. La sua svolta nella produzione discografica arrivò con il lavoro “A Taste of Honey”. Il singolo “Sukyaki” arrivato al primo posto nelle classifiche internazionali, Adult Contemporary & Rhythm’s and Blues, vendendo alla fine oltre due milioni di copie di dischi. Egli ha continuato a produrre, a lavorare e collaborare con ottimi artisti come: Jeffrey Osborne, Denience Wlliams, Stanley Clarke, Barry Manilow, Smokey Robinson, The Pointer Sister, Gladys Knight e Anita Baker. Inoltre l’artista americano ha lavorato come direttore musicale per numerosi special televisivi show musicali, tra i quali “Soul Train Music Awards”.
Durante gli anni Novanta ha anche intrapreso progetti musicali per la televisione e il cinema, lavorando alle colonne sonore di film come: “The Five Heartbeats”, “Karate Kid III”, “Leap of Faith”, “Good Fences” e “Never Die Alone”. Nel 2001, il pianista ha vinto un Grammy Awards per aver prodotto la migliore opera discografica jazz vocale; “In the Moment” della cantante Dianne Reeves. (Dianne Reeves è cugina del pianista George Duke che fu scoperta dal trombettista Clark Terry quando, appena diciassettenne, si esibiva nelle band liceali di Denver. Dianne iniziò una carriera intensa al fianco di grandi musicisti come: Roland Hanna, Grado Tate, Lenny White, Louie Bellson e Mike Manieri. Ma soprattutto fu la collaborazione che ebbe con il pianista e cantante, il brasiliano Sergio Mendes che la catapulto’ sulle scene internazionali, portandola nel 1986 a lavorare con un altro pianista e cantante brasiliano Harry Belafonte, il Re del Calipso…)”.
Nel 2005, George Duke, ha lavorato come artista è presentatore per una serie speciale di concerti nello Stato indiano come parte di una delegazione di musicisti americani inviati in un tour dal Dipartimento di Stato, per promuovere la consapevolezza dell’HIV/AIDS. Duke continua la sua attività sia di produttore che ha pubblicare nuove opere discografiche, l’ultimo dei quali è “Dukey Treats” pubblicato nel 2008. Nella sua carriera l’artista americano ha ricevuto numerosi premi, tra cui diverse nomination ai premi Grammy Awards, “L’Edison Life Time Archievement Awards” ed il premio “Rhythm’s and Blue – Keyboardist pf the Year”, premio assegnato dal magazine keyboard.
La, sua eredità come artista discografico è vasta, egli ha collaborato con tanti artisti di livelli internazionale; egliha una collezione di oltre quaranta registrazioni come solista,. In parole povere, George ha cambiato per sempre il panorama del jazz, del Rhithem’s and Blues, del Funky e della Musica Classica. Per oltre nove anni, il pianista americano è stato co-direttore musicale della Symphonic Jazz Orchestra. Durante il suo mandato, il musicista e apparso in numerosi concerti benefici come solista, e conla Symphonic Jazz Orchestra nel 2011 ha composto un nuovo concerto per il contrabbassista Christian McBride. Questo progetto ha raccolto fondi attraverso una campagna di Crowd Sourcing su Indiegogo. Questi fondi servivono per finanziare fondazione che si prefigge di finanziare delle opere benefiche tramite i concerti che si svolgono durante l’anno. Essi hanno prodotto concerto di sue composizioni e arrangiamenti di George Duke, un concerto per il contrabbassista e la grande orchestra, composta da sessantasette membri.
Nel loro programma è inserito un corso denominato “Music in the Schools”, un corso della Orchestra sinfonica per le comunità più svantaggiate della California Meridionale, la creazione di una commissione dell’ASCAP, George Duke Commissioning Competition.
George Duke ricorda questa esperienza e qui momenti, descrivendoli così: “Non lo ricordo molto bene, ma mia madre mi disse che ero impazzito. Correvo in giro dicendo “prendimi un pianoforte!”. Iniziò i suoi studi formali dello strumento all’età di sette anni, presso una chiesa battista locale. Il pianista americano sebbene avesse iniziato a suonare Musica Classica, attribuì al cugino Charles Burrell il merito di averlo convinto a passare alla Musica Jazz. Spiegò che “voleva essere libero” e Burrell “più o meno prese la decisione per me” convincendolo a “improvvisare e fare ciò che voleva”, insegnò un corso di jazz e cultura americana al Merritt College di Oakland.
L’artista registro il suo primo lavoro discografico nel 1966. Il secondo fu con il violinista francese Jean-Luc Ponty, con il quale si esibisce a San Francisco, in California. Dopo che il chitarrista italo-americano Frank Zappa e il sassofonista Julian “Cannonball” Adderly lo sentirono suonare, lo invitarono a unirsi alle loro band. Egli trascorse due anni di attività con la band di Zappa, come membro della formazione dei “The Mothers of Invetation”, dopo due anni di attività con il chitarrista ritornò con Julian “Cannonball” Adderly. Avuta questa esperienza il pianista George Duke ritornò con l’artista Zappa e suonò in assoli di chitarra nel suo lavoro “Feel” del 1974. Un anno dopo registrò un’opera discografica con Pete Magadini, il suo batterista preferito, il progetto “Polyrthytm” su Ibis Recordings. Registrò poi un’altra opera “I Love the Blues She Heard My Cry” con la band di Frank Zappa “Ruth Underwood”; nella formazione vi erano Tom Fowler e Bruce Fowler e il chitarrista Lee Ritenour. Duke occasionalmente registro’ con il nome d’arte Dowill Gonga, forse per ragioni contrattuali, quando appariva in progetti di opere discografiche di altri grandi artisti.
Nel 1977, George Duke ebbe l’idea diffondere il Jazz, il Soul nel suo lavoro discografico “From Me To You”. Più tardi, inquello spesso anno, il suo album “Reach For It”, entrò nelle classifiche della Musica Leggera e il suo affezionato pubblico aumentò.
Per il pianista americano iniziò inoltre una collaborazione con il bassista elettrico Stanley Clarke, che sarebbe durata per tutto il decennio, degli anni Ottanta; il loro primo album conteneva il singolo “Sweet Baby”, che divenne un hit nella Top 20 delle classifiche.
George Duke scomparve all’età di sessantasette anni, per una leucemia fulminante cronica, a Los Angeles, in California. Certamente il pianista americano ha lasciato ai suoi fan e al pubblico che lo seguiva, la sua arte del fare musica, e tutte le sue opere discografiche che il musicista ha prodotto. Opere che rimarranno uniche e che sono e saranno sempre presenti a chi ama la Musica Jazz con il suo modo di suonare.
A cura di Alessandro Poletti esperto di musica Jazz – Foto Repertorio