Viviamo in un’epoca caratterizzata da una connettività pervasiva, eppure paradossalmente la solitudine sembra essere una delle esperienze più diffuse tra i giovani. Sentirsi “lasciati cadere” significa percepire un’assenza di guida, di riferimenti solidi, di adulti disponibili a confrontarsi e a offrire una visione del mondo che sia credibile e rassicurante.

Perché accade questo?

1. Cambiamento del ruolo degli adulti – Gli adulti, presi dalle loro difficoltà economiche, lavorative ed esistenziali, spesso faticano a ricoprire il ruolo di guide. La loro autorevolezza si è indebolita, non tanto perché i giovani li rifiutino, ma perché spesso gli adulti stessi si sentono smarriti e privi di certezze da trasmettere.

2. Eccesso di stimoli ma carenza di significato – I giovani sono immersi in un mondo che offre una sovrabbondanza di informazioni e possibilità, ma spesso queste non sono accompagnate da un senso profondo. Senza modelli con cui confrontarsi, è difficile costruire un progetto di vita solido.

3. L’illusione della connessione virtuale – I social media danno l’illusione di essere sempre in contatto con gli altri, ma non sostituiscono il bisogno di rapporti autentici, fatti di ascolto, presenza  , condivisione e dialogo profondo.

Quali possibile soluzione?

Ripensare il ruolo educativo degli adulti – Gli adulti dovrebbero riscoprire il valore della testimonianza: più che impartire regole, è fondamentale mostrare con l’esempio come si può vivere con dignità, responsabilità e speranza.

A cura di Paolo Gabellini – Foto ImagoEconomica 

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui