IL FERETRO CON LA SALMA DI PAPA FRANCESCO
Parte seconda:
Posizioni teologiche, morali, sociali e temi politici
In diverse occasioni Papa Francesco ha dichiarato che la Chiesa non può essere una “ONG” impegnata solo in attività sociali, ma deve essere anche una testimone di fede. Pur criticandone le connessioni con movimenti politici marxisti, ha tuttavia riconosciuto che la teologia della liberazione ha portato una maggiore attenzione ai poveri e agli emarginati.
ABORTO
Anche prima che della sua elezione a Papa, ha mantenuto una posizione ferma e coerente contro l’aborto, considerandolo un atto moralmente inaccettabile.​ Come arcivescovo di Buenos Aires, ha esortato il clero e i laici a opporsi, descrivendo i movimenti a suo favore come espressioni di una “cultura della morte” e promuovendo invece una “cultura della vita” che difende l’esistenza umana dal concepimento fino alla morte naturale.
Nel 2015, ha concesso a tutti i sacerdoti la facoltà di assolvere dal peccato di aborto, sottolineando che, pur trattandosi di un “grave peccato” che pone fine a una vita innocente, “non esiste alcun peccato che la misericordia di Dio non possa raggiungere e distruggere quando trova un cuore pentito”.
Nel 2019, sul volo di ritorno da Panama, ha evidenziato l’importanza del confessionale per comprendere il dramma di questa pratica, sottolineando la necessità di aiutare le donne a riconciliarsi con il figlio non nato.
Nel 2021, parlando ai farmacisti ospedalieri, ha ribadito che “l’aborto è un omicidio e non è lecito diventarne complici”, enfatizzando l’importanza dell’obiezione di coscienza e della vicinanza alle donne per evitare che considerino l’aborto come soluzione.
Nel 2024, sul volo di ritorno dal Belgio, ha ulteriormente sottolineato con maggiore fermezza che “Un aborto è un omicidio, si uccide un essere umano“, aggiungendo che “i medici che si prestano a questo sono, permettetemi la parola, sicari“.
EUTANASIA
Alla Conferenza di Aparecida, contribuì al documento finale, che esclude dalla Comunione chi sostiene l’eutanasia, riflettendo la posizione della Chiesa e la sua influenza.
Durante il suo pontificato, ha continuato a esprimere una netta opposizione all’eutanasia. Nel novembre 2017, in un messaggio al Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, ha sottolineato l’importanza di evitare sia l’accanimento terapeutico sia l’eutanasia, affermando che “non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire”, come specifica il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 2278). Ha evidenziato che questa scelta assume responsabilmente il limite della condizione umana mortale, senza aprire giustificazioni alla soppressione della vita.
Nel maggio 2024, in un messaggio inviato a un simposio sulle cure palliative a Toronto, ha ribadito che l’eutanasia è spesso presentata falsamente come una forma di compassione. Ha chiarito che la vera cura palliativa è radicalmente diversa dall’eutanasia, che non è mai fonte di speranza né espressione di genuina preoccupazione per i malati e i morenti. Ha definito l’eutanasia un “fallimento dell’amore” e un riflesso di una “cultura dello scarto” in cui le persone non sono più considerate valori fondamentali da rispettare e curare.
PRATICHE ANTICONCEZIONALI  
Secondo il quotidiano britannico “The Guardian“, Bergoglio avrebbe una visione diversa da quella ufficiale della Chiesa sull’uso di contraccettivi , ritenendo che possono essere ammissibili per prevenire la diffusione di malattie anche se si è opposto alla loro distribuzione gratuita, proposta dal Governo Kirchner in Argentina.
LE UNIONI OMESESSUALI E L’IDEOLOGIA DI GENERE
 
Su questi punti ha ribadito l’insegnamento della Chiesa cattolica sull’intrinseca immoralità delle pratiche omosessuali e, di pari passo, ha insegnato l’importanza del rispetto per le persone omosessuali.
Nel 2010, in occasione del dibattito sulla legge sostenuta dal governo argentino volta a stabilire l’equivalenza tra matrimonio eterosessuale e unioni omosessuali, l’arcivescovo di Buenos Aires si oppose al disegno di legge, entrando in contrasto con la presidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner. In una lettera alle Suore Carmelitane di Buenos Aires Bergoglio scrisse: “Il popolo argentino dovrà affrontare, nelle prossime settimane, una situazione il cui esito può ferire gravemente la famiglia. Si tratta del disegno di legge sul matrimonio tra persone dello stesso sesso. È in gioco l’identità e la sopravvivenza della famiglia: padre, madre e figli. È in gioco la vita di tanti bambini che saranno discriminati in anticipo, privandoli della maturazione umana che Dio ha voluto che si desse con un padre e una madre. È in gioco un rigetto frontale della legge di Dio, per di più incisa nei nostri cuori. Non siamo ingenui: non si tratta di una semplice lotta politica; bensì di una mossa del Padre della Menzogna che pretende di confondere e ingannare i figli di Dio“.
Alcuni hanno sostenuto che la sua militanza nella campagna contro la legge abbia contribuito alla sua approvazione e da qualche membro della Chiesa argentina la sua lettera fu vista a posteriori come un errore strategico.
Nel 2012 la Chiesa argentina espose le sue ragioni nel dibattito su modifiche al codice civile argentino, ragioni che includevano lasurrogazione di maternità e la fecondazione artificiale, ma evitando il linguaggio forte che le alienò consensi nel 2010.
Il difficile rapporto tra la Casa Rosada e Bergoglio, iniziato già con la presidenza di Nestor Kirchner, è proseguito con fasi alterne fino all’elezione al soglio pontificio.
Nell’enciclica “Lumen fidei“, redatta a quattro mani con Papa Benedetto XVI, viene ribadito e valorizzato il ruolo della famiglia intesa come unione tra uomo e donna nel matrimonio:
Il primo ambito in cui la fede illumina la città degli uomini si trova nella famiglia. Penso anzitutto all’unione stabile dell’uomo e della donna nel matrimonio. Essa nasce dal loro amore, segno e presenza dell’amore di Dio, dal riconoscimento e dall’accettazione della bontà della differenza sessuale, per cui i coniugi possono unirsi in una sola carne (cfr. Gen. 2, 24) e sono capaci di generare una nuova vita, manifestazione della bontà del Creatore, della sua saggezza e del suo disegno di amore“.
Durante una conferenza stampa tenutasi il 29 luglio 2013 per il ritorno al Vaticano dal Brasile per la “Giornata mondiale ella Gioventù“, rispondendo a una domanda sulla lobby gay in Vaticano ha affermato: “Mah! Si scrive tanto della lobby gay. Io ancora non ho trovato chi mi dia la carta d’identità in Vaticano con “gay”. Dicono che ce ne sono. Credo che quando uno si trova con una persona così, deve distinguere il fatto di essere una persona gay, dal fatto di fare una lobby: perché le lobby, tutte non sono buone. Quello è cattivo. Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla? Il Catechismo della Chiesa Cattolica spiega in modo tanto bello questo, e dice: “non si devono emarginare queste persone per questo, devono essere integrate in società”. Il problema non è avere questa tendenza, no, dobbiamo essere fratelli, perché questo è uno, ma se c’è un altro, un altro. Il problema è fare lobby di questa tendenza: lobby di avari, lobby di politici, lobby dei massoni, tante lobby. Questo è il problema più grave per me“.
L’11 aprile 2014, rivolgendosi alla delegazione dell’Ufficio internazionale cattolico dell’infanzia, ha denunciato la “manipolazione educativa” dei bambini riguardo alla maturazione e all’identità sessuale, paragonandola ai regimi totalitari del Novecento:
Occorre ribadire il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva. Continuando a maturare nella relazione, nel confronto con ciò che è la mascolinità e la femminilità di un padre e di una madre, e così preparando la maturità affettiva. Ciò comporta al tempo stesso sostenere il diritto dei genitori all’educazione morale e religiosa dei propri figli. E a questo proposito vorrei manifestare il mio rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio! Gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo XX non sono spariti; conservano la loro attualità sotto vesti diverse e proposte che, con pretesa di modernità, spingono i bambini e i giovani a camminare sulla strada dittatoriale del “pensiero unico”. Mi diceva, poco più di una settimana fa, un grande educatore: “A volte, non si sa se con questi progetti – riferendosi a progetti concreti di educazione – si mandi un bambino a scuola o in un campo di rieducazione“.
La critica è stata poi ribadita il 19 gennaio 2015 nella conferenza stampa durante il volo di ritorno dalle Filippine, conferenza in cui ha parlato esplicitamente di “teoria del gender”: “Vent’anni fa, nel 1995, una Ministro dell’Istruzione Pubblica aveva chiesto un grosso prestito per fare la costruzione di scuole per i poveri. Le hanno dato il prestito a condizione che nelle scuole ci fosse un libro per i bambini di un certo grado di scuola. Era un libro di scuola, un libro preparato bene didatticamente, dove si insegnava la teoria del gender. Ma non è una novità questa. Lo stesso hanno fatto le dittature del secolo scorso. Sono entrate con la loro dottrina. Pensate ai balilla, pensate alla Gioventù hitleriana“.
I medesimi concetti sono stati ribaditi il 27 luglio 2016, durante l’incontro con i vescovi polacchi a Cracovia, richiamandosi al pensiero del suo predecessore, Benedetto XVI: “In Europa, in America, in America Latina, in Africa, in alcuni Paesi dell’Asia, ci sono vere colonizzazioni ideologiche. E una di queste – lo dico chiaramente con “nome e cognome” – è il gender! Oggi ai bambini – ai bambini! – a scuola si insegna questo: che il sesso ognuno lo può scegliere. E perché insegnano questo? Perché i libri sono quelli delle persone e delle istituzioni che ti danno i soldi. Sono le colonizzazioni ideologiche, sostenute anche da Paesi molto influenti. E questo è terribile. Parlando con papa Benedetto, che sta bene e ha un pensiero chiaro, mi diceva: “Santità, questa è l’epoca del peccato contro Dio Creatore!”. È intelligente! Dio ha creato l’uomo e la donna; Dio ha creato il mondo così, così, così…, e noi stiamo facendo il contrario. Dio ci ha dato uno stato “incolto”, perché noi lo facessimo diventare cultura; e poi, con questa cultura, facciamo cose che ci riportano allo stato “incolto”! Quello che ha detto papa Benedetto dobbiamo pensarlo: È l’epoca del peccato contro Dio Creatore!”. E questo ci aiuterà.
POVERTA’ E DISUGUAGLIANZA ECONOMICA 
Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!” (Papa Francesco, 16 marzo 2013)
In una riunione dei Vescovi latino-americani 2007 dichiarò: “Viviamo nella parte più ineguale del mondo, che ha fatto crescere ancora di più la miseria che si è ridotta di meno. L’ingiusta distribuzione dei beni persiste, creando una situazione di peccato sociale che grida al cielo e limita le possibilità di una vita più piena per così tanti dei nostri fratelli“.
Il 30 settembre 2009 parlando al convegno “Las deudas sociales de nuestro tiempo” (I debiti sociali del nostro tempo” organizzato dall’Università gesuita del Salvador a Buenos Aires presso il Palace Hotel Alvear, citò il Documento di Santo Domingo redatto nel 1992 in occasione della quarta conferenza generale del Consiglio episcopale latino-americano, documento in cui si afferma che “la povertà estrema e le strutture economiche ingiuste che causano grandi disuguaglianze” sono violazioni dei diritti umani. Continuò la sua relazione descrivendo il debito sociale come “immorale, ingiusto e illegittimo”, specialmente quando si verifica in una nazione che possiede le condizioni economiche necessarie per evitare i danni della povertà. Egli reclamò una risposta etica culturale e solidale per saldare il debito sociale nei confronti di milioni di argentini, per lo più bambini e giovani, affermando che è imperativo lottare per cambiare le condizioni strutturali, le attitudini personali o corporative che generano questo situazione.
Nel corso di uno sciopero di 48 ore tenutosi a Buenos Aires, sciopero indetto per la decisione del presidente Fernando da la Rua di tagliare i salari e le pensioni dei dipendenti pubblici del 13%, predicando nella chiesa di San Cayetano, il santo patrono del lavoro e del pane, osservò la differenza esistente tra “poveri che sono perseguitati quando chiedono di poter lavorare e le persone ricche che ricevono applausi per essersi sottratti alla giustizia“.
Nell’anno 2002, in piena crisi economica dell’Argentina, Bergoglio criticò aspramente la classe politica al potere dicendo: “Non dobbiamo tollerare il triste spettacolo di coloro che non sanno più come mentire e si contraddistinguono per il tentativo di mantenere i loro privilegi, la loro avidità e la loro ricchezza guadagnata con disonestà.” Proseguì pregando Dio affinché coloro che hanno responsabilità dirigenziali comprendessero che il vero potere è al servizio degli altri e affinché gli argentini affrontassero con coraggio la ricostruzione del loro paese. Le osservazioni dell’arcivescovo si conclusero con una critica alla “assuefazione alla povertà”. Molti commentatori hanno sottolineato come sia evidente in diversi suoi interventi e commenti del tempo l’opposizione di Bergoglio al governo Kirchner.
Nel giugno 2019 Papa Francesco ha parlato dell’emergenza climatica e dell’irresponsabilità delle passate e presenti generazioni come “un brutale atto di ingiustizia verso i poveri e le generazioni future”. Sono i poveri, infatti, che “soffrono il peggior impatto della crisi climatica”.
L’ATTENZIONE AGLI EMARGINATI
O Croce di Cristo, ancora oggi ti vediamo nei volti dei bambini, delle donne e delle persone, sfiniti e impauriti che fuggono dalle guerre e dalle violenze e spesso non trovano che la morte e tanti Pilati con le mani lavate“. (Papa Francesco, 26 marzo 2016)
Ha sempre dedicato grande attenzione alle persone che vivono ai margini della società, tanto da affermare che il potere del papa deve essere il servizio, specie ai più poveri, ai più deboli e ai più piccoli. In quest’ottica, desidera una Chiesa di «prossimità», vicina all’umanità e alle sue sofferenze.
Nel 2001, durante una visita a un ospedale di Buenos Aires, ha voluto lavare e baciare i piedi a dodici malati di AIDS, criticando l’indifferenza della società verso gli ammalati e i poveri.
REATO DI TORTURA
Ribadisco la ferma condanna di ogni forma di tortura e invito tutti ad impegnarsi per la sua abolizione e per sostenere vittime e familiari“. (Papa Francesco, 26 giugno 2017)
Ha sempre esposto la sua contrarietà alla pratica della tortura e ha sostenuto il “ddl” tortura che prevede l’introduzione del delitto di tortura nell’ordinamento legislativo penale italiano.
LE RIFORME NEL GOVERNO DELLA CHIESA E DEL VATICANO
LA RIFORMA DELLA CURIA
Il 13 aprile 2013 un comunicato della Segreteria di Stato annuncia che papa Francesco ha costituito un gruppo di cardinali “per consigliarlo nel governo della Chiesa universale e per studiare un progetto di revisione della Costituzione ApostolicaPastor bonus sulla Curia Romana”.  Viene nominato Segretario Marcello Semeraro, Vescovo di Albano.
Il 28 settembre, “dopo matura riflessione”, Papa Francesco mediante un “chirografo”, ha istituito tale gruppo di cardinali “come un «Consiglio di Cardinali»”. La prima riunione si è svolta dal 1º al 3 ottobre. Il 2 luglio 2014 entra a far parte del Consiglio il Cardinale Pietro Parolin. Segretario di Stato.
Il 27 giugno 2015 è stata istituita la Segreteria per la Comunicazione con il compito di “rispondere all’attuale contesto comunicativo, caratterizzato dalla presenza e dallo sviluppo dei media digitali, dai fattori della convergenza e dell’interattività” e anche di ristrutturare complessivamente, attraverso un processo di riorganizzazione e di accorpamento, “tutte le realtà che, in diversi modi, fino ad oggi, si sono occupate della comunicazione”, al fine di “rispondere sempre meglio alle esigenze della missione della Chiesa”.
Il 15 agosto 2016 è stato costituito il Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, in cui sono confluiti il Pontificio consiglio per la famiglia e il Pontificio consiglio per i laici.
Il 17 agosto 2016 è stato costituito il Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale in cui sono confluiti quattro Pontifici consigli: giustizia e pace, Cor Unum, pastorale per migrati e gli itineranti e pastorale per gli operatori sanitari.
Il 19 marzo 2022 viene pubblicata la Costituzione apostolica Praedicate evangelium che costituisce il punto terminale di un percorso durato nove anni per la riforma della Curia. Essa va a sostituire e ad abrogare integralmente laPastor Bonus di Papa Giovanni Paolo II del 28 giugno 1988.
LA RIFORMA DELLO IOR
Il 24 giugno 2013 Papa Francesco ha istituito una “Pontificia commissione referente sull’Istituto per e opere religiose” che raccolga puntuali informazioni sulla posizione giuridica e sulle varie attività dell’Istituto al fine di consentire, qualora necessario, una migliore armonizzazione del medesimo con la missione universale della Sede Apostolica. Questa commissione, composta da cinque membri e presieduta dal cardinale Raffaele Farina, ha la facoltà di accedere a “documenti, dati e informazioni necessari allo svolgimento delle proprie funzioni istituzionali” anche se coperti da segreto d’ufficio.
Tale commissione, una volta terminate le indagini, dovrà consegnare al Papa una relazione conclusiva. Oltre al presidente Farina, fanno parte della commissione il Cardinale camerlengo J. Tauran (che fa parte anche della commissione cardinalizia di controllo dello IOR), la professoressa Mary Ann Glendon, come coordinatore Monsignor O. Chinchetru e nella qualità di segretario Monsignor Brian Wells.
Il 28 novembre 2013, papa Francesco ha nominato suo segretario particolare Monsignor Alfred Xuereb, delegato per la Pontificia commissione referente sullo IOR.
Il 15 gennaio 2014 ha rinnovato, per il successivo quinquennio, la Commissione cardinalizia di vigilanza dell’Istituto per le opere di religione, che risulta ora composta dai Cardinali Christoph Schonborn, arcivescovo di Vienna, Thomas Collins, arcivescovo di Toronto, Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, Santos Abril y Castello, Arciprete della Basilica di santa Maria Maggiore e da Pietro Parolin, Segretario di Stato.
LA RIFORMA DEL CODICE PENALE VATICANO
L’11 luglio 2013 il Papa ha varato, con un “motu proprio” entrato in vigore il 1º settembre 2013, una serie di misure che riformano il Codice Penale vaticano, adeguandolo alle normative internazionali e modificando la legislazione vaticana, di fatto ferma al Codice Zanardelli, se si eccettuano alcune modifiche (quali ad esempio lo spaccio di sostanze stupefacenti), per le quali le autorità vaticane hanno dovuto cercare altre fonti nel loro ordinamento giuridico. È stata abolita la pena dell’ergastolo, sostituita dalla pena della reclusione da 30 a 35 anni, e sono stati dichiarati reati la tortura, i “delitti contro i minori” (vendita, prostituzione, arruolamento e violenza sessuale), la pedopornografia e la detenzione di materiale pedopornografico, gli atti sessuali con minori, i “delitti contro l’umanità” (genocidio e apartheid); sono inoltre state inasprite le pene per i reati di corruzione. Con il motu proprio l’imputato è presunto innocente fino a sentenza definitiva e sono stati regolamentati i criteri per l’estradizione.
Le disposizioni della riforma si applicheranno non solo allo Stato della Città del Vaticano, ma anche all’ambito della Sata Sede, in maniera da rendere perseguibili da parte degli organi giudiziari vaticani anche i reati commessi al di fuori dello Stato.
LA RIFORMA ECONOMICA DELLA SANTA SEDE
Il 18 luglio 2013 ha istituito una commissione referente che dovrà raccogliere informazioni sulle questioni economiche che interessano la Santa Sede. I membri della Commissione sono laici, esperti di “materie giuridiche, economiche, finanziarie e organizzative”, già consulenti o revisori di istituzioni economiche vaticane o ecclesiastiche. Unico ecclesiastico è il segretario. Gli otto membri sono: Joseph F.X. Zahra, che ne è il presidente, Monsignor Lucio Angel Vallejo Balda (segretario della Prefettura degli Affari Economici), Jean-Baptiste de Franssu, Enrique Llano, Jochen Messemer, Francesca Immacolata Chaouqui, Jean Videlain-Sevestre e George Yeo.
Il 24 febbraio 2014 sono stati istituiti la Segreteria per l’economia e il Consiglio per l’economia, con il compito di armonizzare le politiche di controllo riguardo alla gestione economica della Santa Sede e della Città del Vaticano.
Il 2 novembre 2015 monsignor Lucio Ángel Vallejo Balda e Francesca Immacolata Chaouqui vengono arrestati dalla Gendarmeria vaticana perché implicati nella divulgazione di documenti riservati riguardanti gravi scandali finanziari all’interno della Chiesa.
LA RIFORMA DELLA PENA DI MORTE NEL CATECHISMO
Nell’agosto 2018 fa eliminare la pena di morte dal Catechismo tramite la revisione dell’articolo numero 2267.
Per molto tempo il ricorso alla pena di morte da parte della legittima autorità, dopo un processo regolare, fu ritenuta una risposta adeguata alla gravità di alcuni delitti e un mezzo accettabile, anche se estremo, per la tutela del bene comune. Oggi è sempre più viva la consapevolezza che la dignità della persona non viene perduta neanche dopo aver commesso crimini gravissimi. Inoltre, si è diffusa una nuova comprensione del senso delle sanzioni penali da parte dello Stato. Infine, sono stati messi a punto sistemi di detenzione più efficaci, che garantiscono la doverosa difesa dei cittadini, ma, allo stesso tempo, non tolgono al reo in modo definitivo la possibilità di redimersi“. (Papa Francesco, 2 agosto 2018)
L’11 luglio 2013 ha varato, con un motu proprio entrato in vigore il 1º settembre 2013, una serie di misure che riformano il Codice Penale vaticano, adeguandolo alle normative internazionali e modificando la legislazione vaticana, di fatto ferma al Codice Zanardelli, se si eccettuano alcune modifiche (quali ad esempio lo spaccio di sostanze stupefacenti), per le quali le autorità vaticane hanno dovuto cercare altre fonti nel loro ordinamento giuridico. È stata abolita la pena dell’ergastolo, sostituita dalla pena della reclusione da 30 a 35 anni, e sono stati dichiarati reati la tortura, i “delitti contro i minori” (vendita, prostituzione, arruolamento e violenza sessuale), la pedopornografia e la detenzione di materiale pedopornografico, gli atti sessuali con minori, i “delitti contro l’umanità” (genocidio e apartheid); sono inoltre state inasprite le pene per i reati di corruzione. Con il motu proprio l’imputato è presunto innocente fino a sentenza definitiva e sono stati regolamentati i criteri per l’estradizione.
Le disposizioni della riforma si applicheranno non solo allo Stato della Città del Vaticano, ma anche all’ambito della Santa Sede, in maniera da rendere perseguibili da parte degli organi giudiziari vaticani anche i reati commessi al di fuori dello Stato.
L’IMPEGNO PER LA PACE IN SIRIA E UCRAINA
Papa Francesco ha rivolto, durante l’Angelus del 1º settembre 2013, un appello universale per la pace al fine di evitare iniziative militari in Siria. Nel condannare l’uso di armi chimiche nella guerra civile siriana, ha affermato: “C’è un giudizio di Dio e della storia sulle nostre azioni a cui non si può sfuggire. Esorto la comunità internazionale a iniziative basate sul dialogo e sul negoziato“.
Per rafforzare l’impegno per la pace nel mondo, ha quindi indetto una giornata di digiuno e preghiera per il successivo 7 settembre.
L’iniziativa per la pace è stata inoltre affiancata, a livello diplomatico, da una lettera rivolta ai leader del G20 in riunione a San Pietroburgo e dall’illustrazione di un piano di riconciliazione in tre punti agli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede.
Nel febbraio 2022 pochi giorni dopo “l’invasione russa dell’Ucraina” papa Francesco compie un gesto simbolico importante recandosi personalmente dall’ambasciatore russo presso la Santa Sede per perorare la richiesta di un immediato cessate il fuoco e l’inizio di trattative tra le parti per trovare una soluzione diplomatica. Di fronte al procedere degli eventi il papa nelle occasioni pubbliche ha spesso ricordato il “martoriato popolo ucraino” condannando la guerra “ingiusta e sacrilega” e incoraggiando le parti a trovare un accordo di pace tra loro. Bergoglio si è anche scagliato contro i programmi di riarmo dei paesi occidentali. Circa l’origine della guerra, pur riconoscendo in maniera chiara che l’aggressore fosse la Russia ha sempre rifiutato di attribuire tutte le colpe a loro ma ha invitato anche l’occidente a riflettere sulle proprie responsabilità. In una intervista alCorriere della Sera il pontefice, nel cercare di analizzare le possibili cause di questa invasione, parlò di abbaiare della NATO alla porta della Russia.
LA TUTELA DELL’AMBIENTE
Nell’omelia della messa inaugurale del pontificato, il papa ha richiamato l’esempio di San Francesco d’Assisi per invitare tutti ad aver rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo. Nella stessa occasione ha rivolto un appello ai governanti e a tutti gli abitanti del pianeta perché tutelino l’ambiente. La sua seconda enciclica, “Laudato sì”, è dedicata in gran parte proprio alle problematiche ambientali.
LA LOTTA ALLA PEDOFILIA E AI COMPORTAMENTI INAPPROPRIATI DEL CLERO
Il 5 aprile 2013 papa Francesco, ricevendo in udienza l’arcivescovo Gerhard Ludwig Muller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, gli “ha raccomandato che la Congregazione, continuando nella linea voluta da Benedetto XVI, agisca con decisione per quanto riguarda i casi di abusi sessuali, promuovendo anzitutto le misure di protezione dei minori, l’aiuto di quanti in passato abbiano sofferto tali violenze, i procedimenti dovuti nei confronti dei colpevoli, l’impegno delle Conferenze episcopali nella formulazione e attuazione delle direttive necessarie in questo campo tanto importante per la testimonianza della Chiesa e la sua credibilità”.
Il 15 maggio 2013, dopo l’appello dell’Arcivescovo di Glasgow Philip Tartaglia, Papa Francesco ha allontanato il Cardinale scozzese Keith O’Brien. Per l’Arcivescovo emerito di Saint Andrews ed Edimburgo è stato previsto l’abbandono della Scozia e il ritiro per un percorso di penitenza e preghiera. Il cardinale O’Brien si era dimesso in febbraio dopo che alcuni quotidiani britannici avevano pubblicato denunce di comportamenti sessuali inappropriati nei confronti di tre sacerdoti. Il 20 marzo 2015 la Sala Stampa della Santa Sede ha annunciato che papa Francesco ha accettato la sua rinuncia ai diritti e alle prerogative del cardinalato previsti dai canoni 349, 353 e 356 del Codice di diritto canonico. O’Brien ha perso così il diritto di partecipare a un eventuale conclave, ai concistori e ad ogni riunione riservata al Sacro Collegio.
Il 5 dicembre 2013 il cardinale Sean Patrick O’Malley ha annunciato che, su proposta del Consiglio dei Cardinali, il papa ha approvato l’istituzione di una Commissione per la protezione dei fanciulli; l’istituzione ufficiale è avvenuta il 22 marzo 2014.
Nonostante questo, il 5 febbraio 2014, le Nazioni Unite hanno chiesto che il Vaticano “rimuova immediatamente” tutti i sacerdoti riconosciuti colpevoli o sospettati di abusi su minori e li denunci alle autorità.
L’11 aprile 2014, nel corso dell’udienza all’Ufficio Internazionale Cattolico dell’Infanzia, papa Francesco ha confermato l’impegno nella lotta contro la pedofilia e ha chiesto perdono per gli abusi commessi sui minori da parte dei sacerdoti: “Mi sento chiamato a farmi carico di tutto il male che alcuni sacerdoti – abbastanza, abbastanza in numero, ma non in proporzione alla totalità – a farmene carico e a chiedere perdono per il danno che hanno compiuto, per gli abusi sessuali sui bambini. La Chiesa è cosciente di questo danno. È un danno personale e morale loro, ma di uomini di Chiesa. E noi non vogliamo compiere un passo indietro in quello che si riferisce al trattamento di questo problema e alle sanzioni che devono essere comminate. Al contrario, credo che dobbiamo essere molto forti“.
Nel 2019 viene pubblicato il Motu proprio Vos estis lux mundi che riforma integralmente le procedure da attuare in caso di presunti casi di abusi e le pene se ritenuti colpevoli. Tra le altre cose la norma prevede che, da parte degli ordinari diocesani o dei superiori di ordini religiosi vi sia l’obbligo di segnalare sempre alle competenti autorità civili e religiose di presunti fatti di abusi nel caso ne siano venuti a conoscenza. In caso di omissione essi saranno ritenuti responsabili e giudicati per essa. Nel 2023 il papa conferma le norme di quattro anni prima che erano entrate in vigore ad experimentum e le integra estendendole non solo ai chierici ma anche ai laici che sono o sono stati moderatori di associazioni internazionali di fedeli riconosciute o erette dalla Sede Apostolica, per i fatti commessi mentre erano in carica. Il pontefice inoltre estende la punibilità se i fatti, una volta accertati, sono commessi non solo verso un minorenne o un adulto con un uso imperfetto della ragione ma anche verso un adulto “vulnerabile”. Infine sono rafforzate le norme che prevedono il legittimo diritto alla buona fama in caso di riconosciuta innocenza o comunque fino alla conclusione dei procedimenti.
DOCUMENTI E OPERE DEL PONTIFICATO
Durante il suo pontificato, papa Francesco ha pubblicato 3 encicliche (Lumen fidei 2013 – Laudato s’ì e Creature 2015 – Fratelli tutti 2020), 5 esortazioni apostoliche, 35 motu proprio, più di 38 cosstituzioni apostoliche, diverse bolle pontificie tra le quali la Misricordiae Vultus per l’indizione del Giubileo straordinario della Misericordia, numerose lettere apostoliche tra le qualiMisericordiae et miseria (a conclusione del Giubileo della Misericordia), Admirabile signum (sul significato e sul valore del presepe), Scrpturae sacrae affectus (per i 1600 anni della morte di san Girolamo),Patris corde (per l’inizio dell’anno speciale su san Giuseppe nel 150º anniversario della dichiarazione a Patrono della Chiesa Universale) e Candor Lucis aeterne (per i 700 anni della morte di Dante Alighieri). Oltre a questi documenti pontifici, sono state pubblicate diverse opere personali di papa Francesco.
Ringrazio per il tempo che mi avere riservato e spero di avervi dato una panoramica generale sull’eccelsa attività sviluppata da Papa Francesco nel Suo apostolato.
A cura di Pier Luigi Cignoli editorialista – Foto ImagoEconomica 
Editorialista Pier Luigi Cignoli

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