Il Direttore del TG La7, Enrico Mentana, contesta la politica anti RAI e anti Meloni con cui i Sinistroidi puntano, con lo scopo ben preciso, di mettere in cattiva luce l’operato comunicativo del governo di centro-destra.
Leggiamo insieme la dichiarazione rilasciata in una intervista con “La Stampa” in merito ad un “presunto” pericolo autoritario in Italia: “Non vedo nessun allarme democratico”
In poche parole afferma con decisione l’opposto di quanto ci propone ed evidenzia lo stato di agitazione che sta correndo nelle vene della Rai con continui comunicati aspri e minacce di scioperi a scadenze brevi e programmate.
Non a caso ieri è stato presentato un primo “programma” di 5 giorni di sciopero con otto voti a favore e un solo astenuto dall’Assemblea dei Cdr e dei fiduciari della Rai, motivato dalla volontà di trasformare il sevizio pubblico in “megafono de Partiti.
Da non dimenticare il comunicato diffuso dall’Usigrai, in cui si evidenzia in modo critico e duramente il nuovo funzionamento della cosiddetta “par condicio”, ovvero l’insieme delle regole che garantiscono la parità di accesso a determinati “tempi e spazi” destinati alle informazioni da parte dei Partiti politici.
Enrico Mentana commenta: “Ma di cosa stiamo parlando? Della campagna elettorale rispetto ai tempi di presenza del governo? È questo l’allarme democratico? Nessun Usigrai si è mai lamentata del fatto che tre anni fa c’era un unico partito di opposizione” (uno specifico riferimento al partito di Giorgia Meloni e al suo lungo periodo in solitaria all’opposizione) “I giornalisti hanno gli strumenti per denunciare e difendersi. E per quanto riguarda gli ultimi addii, da Fabio Fazio, a Crozza e ad Amadeus il mercato la fa da padrone e non mi sembra la rivoluzione d’ottobre. La politica, in questo caso, c’entra ben poco. È mercato e lo dobbiamo vivere laicamente. Se uno se ne va dalla Rai quando comanda il centrosinistra si dice in un modo, quando comanda la destra si dice in un altro.”
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica