Dieci domande a… Alessandro Poletti in arte Alex Politti
(opinionista per “Il Popolano”)
Inizio di un viaggio sonoro: Ciao Alessandro, ricordi il momento esatto in cui la musica Jazz e Blues ha catturato la tua anima? C’è stata una canzone o un artista che ha fatto da scintilla?
La prima volta che ascoltai un’artista, avevo 18 anni e lavoravo in un negozio di dischi, “La Casa del Disco” di Francolini Franco, a Cesena, la mia città. Il disco era una bella opera discografica incisa per l’etichetta “Decca Records”, era un concerto dal vivo del grande clarinettista Benny Goodman. Per quanto riguarda la musica Blues, è stata per me fondamentale, anche i cantanti e le cantanti, una in particolare la grande Bassie Smith. Per il Jazz, come ho già detto, Benny Goodman, Chuck Mangione, Grover Washington Jr., e qualche Jazzista di origine italiana, Gil Cuppini, Gianni Basso, Oscar Valdambrini, Dino Piana e la prima formazione di Jazz italiana, Il Sestetto Italiano. Questo genere musicale mi ha attirato molto, perché mi dà tutt’ora ottime sensazioni e anche molta energia, sia fisica che mentale.
L’incanto di Barry White: Cosa rappresenta per te Barry White nel panorama musicale? È solo il suo timbro vocale o c’è qualcosa di più profondo nella sua musica che ti ha colpito?
Mah, l’incontro con il cantante californiano Barry White, personalmente, mi ha colpito molto, la sua voce poderosa da basso, i suoi arrangiamenti, la sua “The Love Unlimited Orchestra” e le “Love Unlimited”, le tre splendide vocalist: le due sorelle, Glodean e Linda Marie James e la cugina Diane Taylor.
Belle donne e melodie: Hai mai notato un legame tra la musica che ami e le belle donne che ti circondano? Come queste esperienze si intrecciano nella tua vita?
Per quanto riguarda le melodie e le belle donne, si è proprio così, vanno a braccetto, sì per me è molto importante. La musica di Barry White e della sua orchestra è un buon binomio, stuzzica gli appetiti erotici e sensuali, mi ha sempre coinvolto e questa sensazione positiva ce l’ho tutt’ora. Ma anche il Jazz mi dà la stessa sensazione ed emozione.
La magia del live: Raccontami di un concerto che ti ha particolarmente colpito. Cosa rende un’esibizione dal vivo così speciale e come si collega alla tua passione per il Jazz e il Blues?
Beh la magia di un concerto live è sempre una situazione straordinaria. Un bel concerto dal vivo che ho visto a Cesena, al teatro comunale “Alessandro Bonci”, è stato quello della formazione di Paolo Fresu, nato a Berchidda in Sardegna. A proposito, il trombettista l’ho visto anche un’estate alla Rocca Malatestiana di Cesena. In quell’occasione era stato organizzato un concerto dedicato al musicista cesenate Marco Tamburini, scomparso nel maggio del 2015 in un incidente stradale a Bologna, città dove risiedeva.
Influenze e ispirazioni: Quali artisti o generi musicali ti hanno influenzato maggiormente nella tua formazione come opinionista critico? C’è un legame tra queste influenze e il tuo amore per Barry White?
Mah, i generi musicali dai quali sono stato influenzato trovando ispirazioni sono tanti: la musica Jazz, il Soul, la musica Disco, che deriva sempre dal Soul ma con un ritmo più funkeggiante. Il legame poi di questa musica; il Jazz, il Soul, il Blues, il Funky, genere che viene dall’anima, termine inglese di “soul”. Questa musica, per molte persone, è complessa e difficile da comprendere, appartiene a tutta l’umanità, ormai la musica si può considerare “World Music”.
L’amore nelle note: La musica di Barry White è intrisa di romanticismo. Come vedi l’intersezione tra amore, musica e vita quotidiana? Hai qualche aneddoto da condividere?
Come ho già detto in più di un’occasione, la musica è condivisione, specialmente se hai una bella donna accanto quando la ascolti. È sensazione, gioia, sogno, immaginazione.
Evoluzione del genere: Come pensi che il Jazz e il Blues si siano evoluti nel tempo? Ci sono artisti contemporanei che, secondo te, portano avanti l’eredità di questo genere?
Il Jazz si è evoluto tantissimo, la musica stessa ha fatto un passo enorme per quanto concerne la musica Jazz. La Musica Jazz e solo un genere musicale, ma se si vuole parlare di questo, è meglio parlare degli stili che hanno percorso il Novecento, e per stili intendo la musica tradizionale, lo Swing, il Be-Bop, Hard-Bop, il Cool-Jazz e tutto quello che il Jazz di oggi è.
Ormai si può definire il Jazz o la musica Jazz, il genere che ha da anni a dato vita alla World Music. In questa musica non esistono più i confini, il Jazz si è evoluto per il semplice fatto che ad oggi è una musica con delle sonorità ancora vive. Il fatto che ancora oggi, vi siano delle persone che si ostinano a dire che questo non è Jazz, si sbagliano di grosso, non è una questione di piacere un genere o meno, è una questione di fatto. La Musica Jazz o World Music, vivrà in eterno.
Scelte discografiche: Se dovessi consigliare a qualcuno di ascoltare tre brani di Barry White e tre brani di Jazz o Blues, quali sceglieresti e perché?
Le scelte discografiche che posso consigliare a chi si avvicina pe la prima volta alla musica Jazz. Sono gli standars di canzoni americane, che i musicisti suonano, con una coloritura Jazzistica. Per quanto riguarda Barry White, il mio consiglio sono le sue canzoni classiche da “Hit”, quelle che vanno dal 1973 al 1979, a tal proposito consiglio delle belle raccolte dell’artista californiano, in commercio ve ne sono tante.
Il ruolo della critica: In un mondo in cui la musica viene consumata in modo così rapido, quale pensi sia il ruolo del critico musicale oggi? Come riesci a mantenere viva la tua passione per il Jazz e il Blues?
Il ruolo della critica in questo nuovo millennio, penso sia ancora fondamentale e importante, ma anche chi scrive musica ha un ruolo importante.
Progetti e sogni futuri: Qual è il tuo sogno nel cassetto come critico musicale? C’è un artista o un progetto che speri di esplorare più a fondo nei prossimi anni?
Il mio sogno nel cassetto è di continuare a scrivere sui protagonisti della musica e, in particolare, di quelli che animano il mondo del Jazz. Per quanto riguarda gli artisti ai quali sto lavorando, posso solo anticiparvi che continuerò la mia collaborazione con “Il Popolano” perciò vi invito fin da ora a seguirmi.
A cura di Marco Benazzi editorialista – Foto Imagoeconomica