GIANNI GRAZIOLI, FIGC, LUCIANO SPALLETTI, CT DELLA NAZIONALE DI CALCIO, GABRIELE GRAVINA, PRESIDENTE FIGC

Qual è l’aggettivo più azzeccato per definire la nazionale italiana di calcio recentemente eliminata dagli Europei. Orribile, scarsa, svogliata, mah? È stato doloroso vedere giocatori che non lottano, che non corrono e che non si rendono conto cosa significhi indossare la maglia dell’Italia.

Un azzurro che dal lontano 1911, in onore di Casa Savoia, rappresenta anche il nostro bellissimo cielo e il nostro amatissimo mare. Vergognoso per gli italiani accettare passivamente la sconfitta, senza mai notare una reazione o uno stimolo in campo che potesse ridare un barlume di speranza. Significativo guardare le facce confuse dei nostri giocatori che sembrava non capissero cosa stesse accadendo attorno a loro, mentre nessuno era in grado di risolvere il problema. Totalmente dipendenti dalle indicazioni del loro allenatore ci sono apparsi senza idee, personalità e senza un’anima. Dopo il successo contro l’Albania (2-1) e il “regalo” contro la Croazia (1-1), penso che la partita contro la Svizzera (2-0), a memoria d’uomo, sia stata la peggiore di sempre.

È impossibile che la colpa sia di una sola persona. Purtroppo è il risultato di una somma di errori che riguardano tutto il mondo del calcio italiano e se vogliamo anche di altri sport. È vero, il mister può avere sbagliato le convocazioni (un conto è allenare un club altro la nazionale); inoltre ha avuto poco tempo per plasmare questi ragazzi con le sue idee innovative e regole di comportamento, avendo così creato non poca confusione tra di loro. Ha cercato di capirli e aiutarli, ma sappiamo che per costruire una Nazionale di giocatori nuovi ci vuole tempo, molto tempo.

Colpa degli azzurri, forse sì, ma sicuramente non del tutto. Sono state forti le parole del capitano Gigio Donnarumma che con un j’accuse ha denunciato pubblicamente la debacle degli azzurri. Qualche giocatore poteva sicuramente dare di più. Forse ci sono mancati dei talenti puri, presenti nelle altre grandi nazionali, come Germania, Portogallo, Olanda, Inghilterra, e tra queste, quasi certamente, uscirà la vincitrice dell’Europeo 2024.

Il problema principale è che non riusciamo a fare crescere i nostri giovani, mentre i club non hanno il coraggio di farli giocare con continuità. Anzi le stesse società preferiscono che i loro giocatori non siano convocati per paura d’infortuni. Il delicato tema sui vivai esiste da quando è meno costoso e impegnativo cercare gli atleti all’estero piuttosto che costruirli giorno dopo giorno in casa propria, ignorando anche le direttive del ministero dello sport e delle politiche giovanili. Unica eccezione, oltre che esempio più che positivo nelle società moderne di serie A, è l’Atalanta, non a caso soprannominata “La “Dea”. Il pallone avvelenato di Euro 2024 rimbalzerà alle prossime elezioni cha avranno il compito di designare il nuovo presidente della Figc, nel frattempo mister Spalletti resta sotto esame.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto ImagoEconomica 

Il Vice Direttore Ugo Vandelli

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