
Il documento della Società italiana di pediatria su come gestire il virus: “Tampone in caso di sintomi, arieggiare gli ambienti, lavare le mani, mascherine su bus e luoghi troppo affollati e valutare la vaccinazione con il pediatra”.
Con l’inizio della scuola sono aumentati i timori per la diffusione del Covid-19, sebbene l’aumento dei casi rilevato dal Ministero della Salute non sia associato a quadri clinici gravi. Il tavolo tecnico vaccinazioni e malattie infettive della Società italiana di pediatria, in attesa di ulteriori indicazioni da parte del Ministero della Salute, ha redatto alcune raccomandazioni per la gestione del Covid-19 a scuola.
In caso di sintomi respiratori anche moderati, con o senza febbre, i pediatri consigliano di eseguire il tampone per la ricerca di SARS-CoV-2 e, se il risultato è positivo, non andare a scuola fino a che persiste la sintomatologia e comunque per almeno cinque giorni.
Arieggiare adeguatamente le aule scolastiche prima dell’inizio delle lezioni del mattino e del pomeriggio, dopo ogni lezione e durante le pause lunghe. Per arieggiare creando corrente, aprire completamente tutte le finestre, la porta dell’aula e anche le finestre del corridoio. Al di fuori delle stagioni di riscaldamento, le finestre possono rimanere aperte a lungo.
Avere a disposizione una mascherina chirurgica da indossare sui mezzi di trasporto o in altri luoghi quando affollati e non stigmatizzare gli alunni che decidono di indossarla durante la frequenza della scuola, specie se hanno sintomi respiratori.
Lavarsi le mani con sapone e acqua corrente (per 40-60 secondi) o con gel disinfettante (per 20-30 secondi), prima di toccarsi occhi, naso, bocca e di mangiare; prima e dopo aver usato i servizi igienici; dopo aver frequentato luoghi pubblici (es. bus, stazioni, palestre) e, in generale, appena si rientra in casa.
Valutare attentamente con il proprio pediatra l’opportunità della vaccinazione antinfluenzale e di quella anti-SARS-CoV-2 per i propri figli (specie per coloro che ancora non si sono vaccinati) per aumentare la protezione sia propria sia dei propri contatti familiari e scolastici.
“Ci aspettavamo un aumento dei casi dal momento che con la ripresa della scuola aumenta anche la socializzazione dei ragazzi. Senza allarmismi, facciamo tesoro delle indicazioni di igiene che abbiamo imparato a conoscere negli anni scorsi; chi è sintomatico dovrebbe restare a casa, come avviene per le altre malattie infettive. Restiamo comunque in attesa di indicazioni più precise da parte del tavolo interministeriale”, afferma Annamaria Staiano, Presidente della Società italiana di pediatria.