Il segretario di Stato Usa John Kerry, nel corso di un’intervista al Financial Times, ha affermato che la conferenza internazionale sui cambiamenti climatici che si terrà a dicembre a Parigi non produrrà un “trattato” che vincolerà legalmente i paesi aderenti.

Vengono così meno le speranze di chi contava su un’intesa internazionale capace di obbligare le nazioni coinvolte a tagliare le loro emissioni. Secondo Kerry invece l’accordo “di certo non sarà un trattato”. Conterrà sì misure che porteranno a “significativi investimenti” verso un’economia più pulita ma il capo della diplomazia statunitense ha aggiunto: non ci saranno target “di riduzione legalmente vincolanti come quelli di Kyoto”, riferimento al protocollo del 1997 che non è comunque riuscito a impedire un incremento delle emissioni.

Proprio per questo motivo i delegati di ben 195 Paesi si riuniranno a Parigi per siglare un accordo per sostituirlo; il Ft ha ascoltato diverse fonti Ue che hanno confermato quanto l’amministrazione Obama ci tenga a raggiungere un’intesa ma non a una che contenga nuove misure vincolanti. Questo andrebbe ad avallare la tesi di che crede che l’intesa stessa avrebbe bisogno dell’approvazione di un Senato americano ostile.

L’Unione europea ed altri Paesi sostengono da molto tempo che l’accordo che dovrà essere finalizzato il mese prossimo debba contenere senza meno misure vincolanti per la diminuzione dei gas serra.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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