Cecilia Sala giornalista

Dormo per terra in cella e mi hanno tolto anche gli occhiali”. E’ il racconto di Cecilia Sala restituito oggi dal Corsera.

Alla nostra connazionale è stato concesso di chiamare madre, padre e compagno, ma a differenza di quanto si pensava, ella non ha ancora ricevuto “gli aiuti” di cui si era inizialmente parlato. Le autorità iraniane avevano promesso la consegna di un pacco da parte dell’ambasciatrice italiana a Teheran Paola Amadei il 30 dicembre: dentro vestiti, libri, un panettone, e la mascherina per proteggersi dalla luce al neon sempre accesa. Ma quel pacco non è mai arrivato.

Cecilia non ha un materasso e dorme per terra, sotto una coperta e sopra un’altra per proteggersi dal freddo. Nella cella d’isolamento nel carcere di Evin dove è confinata, non vede nessuno da due settimane, dal 27 dicembre, dal giorno in cui ha incontrato l’ambasciatrice, unico volto amico. Secondo quanto raccontato le sono stati confiscati anche gli occhiali da vista. Tutto fa pensare alla cosìdetta “tortura bianca”: nessuna tortura fisica solo quella psicologica. Una pratica nota nella prigione più buia dell’Iran a quelli che ci sono stati prima di lei, come la Nobel per la pace Narges Mohammadi. 

Le accuse di Teheran alla giornalista italiana restano importanti e vaghe al tempo stesso: “Ha violato le leggi islamiche”.

A cura di Elisabetta Turci – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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